si può amare ed essere infedeli?

Possiamo fare a meno di tradirci e di tradire?
 
Il tradimento ripugna alla nostra coscienza di “puri”, ma è una esperienza ineluttabile, afferma Aldo Carotenuto, in un suo saggio sul tema di qualche anno fa.
 
Ogni individuo è consegnato all’imperativo, iscritto nella stessa dinamica evolutiva della psiche, di emanciparsi da tutto ciò che lo mantiene fedele a una immagine di sé che non gli corrisponde, e che risponde invece alle richieste dell’ambiente sociale o al desiderio dei suoi interlocutori.
 
Ma fedeltà a chi?
Al nostro partner, a noi stessi?
Nella maggior parte dei casi si è fedeli solo a precetti morali, o perché condizionati da forme educative tradizionali..
In particolare le morali religiose hanno contribuito a creare una attesa della “fedeltà” in termini molto severi.
 
Elogio alla infedeltà, allora?..ma no..
 
Ma è vero pure che inneggiare alla “fedeltà” così concepita significa avallare un sistema che considera come bene, il fatto che un essere umano viva in contraddizione con i propri desideri.
 
E che spesso essere “fedeli” verso l’altro, vuol dire essere “infedeli” verso se stessi.
 
L’amore è un patto magico, teorema in certi versi irrisolto, i cui connotati, sono stati oggetto di migliaia di migliaia di saggi e romanzi, senza alla fine trovarne “la chiusa”, ma resta il fatto che spesso nella definizione di fedeltà entra il concetto di “possesso”, e la nostra società ha a tal punto legalizzato questo concetto del possesso del partner, che si finisce per dimenticare che ogni essere umano appartiene a se stesso prima che a chiunque altro.
E questo appartenere a se stessi è poi la vera garanzia di una completa e integrale complicità/condivisione con l’altro, della possibilità che poi possa esistere sul serio l’“amore”.
 
Fedeltà…o infedeltà…che siano…
Grazia o peccato che siano….
Ma dove comincia veramente l’infedeltà?
 
Può essere considerato fedele chi resta tutta la vita accanto alla moglie (al marito) pensando alla vicina (al vicino) di casa, o  alla collega (collega) ecc..?

[per essere precisi come sottolineato nel mio intervento, è meglio dire]
 (
Può essere considerato fedele chi resta tutta la vita accanto alla moglie/compagna/fidanzata (al marito/compagno/fidanzato) pensando alla vicina (al vicino) di casa, o alla collega (collega) ecc..? )

o per meglio dire, e generalizzando sulla natura del legame di coppia

L’infedeltà inizia quando si passa all’azione, o nel momento in cui si desidera?
 
Parliamone…

NdR

[questa nuovo tema non determina la chiusura  della discusione precedente, che continua simultaneamente, grazie a voi gentili ospiti…]

allegoria amore infedeltà 600

“L’allegoria dell’amore: l’infedeltà”
(1570) (National Gallery London)
dipinto del Veronese (Paolo Caliari) 1528-1588

 

Informazioni su Lorenzo de Vanne

si..sono Lorenzo, un pò angelo e un pò demone, curioso della vita e della morte, della mente e dello spirito, della donna ... della parola...del silenzio! Io, vagabondo senza quiete, in cerca delle tra
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86 risposte a si può amare ed essere infedeli?

  1. CristinaKhay ha detto:

    La fedeltà è un’utopia che spesso si realizza con l’infedeltà.

    Cri

  2. PostIda ha detto:

    Argomento non semplice da trattare, per le implicazioni personali che giocoforza entrano in gioco, dovendo fare i conti tra ciò in cui si crede e ciò che, in realtà si pratica nel quotidiano.
    Proverò a fare un discorso quanto più possibile scevro da ogni coinvolgimento personale e/o emotivo, cercando di inquadrare l’argomento della discussione sul piano più squisitamente speculativo.
    E’ facile, quando si parla di etica ( la fedeltà è strettamente collegata all’etica) incorrere in pericolose semplificazioni, quindi, per evitare confusioni, è bene analizzare il concetto di obbedienza e fedeltà ( sono due argomenti strettamente correlati…seguitemi nel discorso). La lingua italiana è di per sé meravigliosa, per la miriade di sfumature che può assumere ogni singola parola del nostro dizionario, pertanto, nel nostro caso, vi sottopongo il verbo SERVIRE. Ci si rende conto subito dell’ambiguità del suo significato, infatti c’è differenza fra SERVIRE e SERVIRE A ( a cosa serve quell’oggetto? Non troviamo nulla di scandaloso,ma se chiediamo a qualcuno: a cosa servi? incorreremmo in una strumentalizzazione della dignità umana). Se partiamo dal presupposto che ogni vita è un servizio, si può intendere il verbo in questione riferito all’essere consacrato a, dal momento che l’uomo, per sua natura, consacra la propra vita  ( servire, per l’appunto, mettersi al servizio di) a: Dio, ovvero ad un valore supriore come la conoscenza, l’arte, ecc… Anche in questo caso, la particella pronominale SI, sul verbo riflessivo, assume particolare rilevanza, poiché vivere, nel pieno senso della parola, non significa esistere o sussistere( e qui possiamo rivedere quanto ampiamente discusso, nella precedente conversazione) proprio perché la nozione di “ servizio” è non solo in crisi, ma pericolosamente fraintesa. Passiamo ora ad analizzare l’obbedienza che, se riferita al bambino, è ritenuta una virtù, segno non solo di un comportamento, ma anche di una disposizione interiore, che risponde alla sua condizione di bambino. Se, al contrario, nell’insieme della sua vita, un adulto si dimostrasse obbediente, sia quando si tratta della sua vita sessuale, che della sua esistenza civica, sarebbe considerato “ infantile”. E’ chiaro, però che, in alcune determinate sfere della sua esistenza, anche l’adulto deve obbedire, quindi, se l’ubbidienza può e deve essere richiesta, sotto certe condizioni, la fedeltà, invece, deve essere meritata. Passo ora ad esaminare l’originalità di questa virtù, così tanto screditata ai giorni nostri ( prova ne è la leggerezza con cui ne parla Cristina nel suo “ infelice” esordio), da essere addirittura ignorata.
    Considerando che, generalmente, la tempra di un essere umano si riconosce e si prova dalla fedeltà di cui è capace, c’è da dire che esistono probabilmente delle fedeltà nascoste, invisibili, quindi nessuno può affermare che un altro sia totalmente infedele. Del resto, umanamente parlando, non si può esigere fedeltà, allo stesso modo in cui non si può esigere l’amore o la vita. Io non posso esigere da un altro che mi risponda, non posso nemmeno esigere ragionevolmente ch’egli mi ascolti e mi è sempre lecito pensare che, se non mi risponde, ciò significa che non mi abbia ascoltato. La fedeltà, a mio parere, come la libertà, trascende infinitamente i limiti del perscrutabile, proprio perché è creatrice. Creatrice, quando è autentica ( e nella sostanza lo è sempre), perché possiede il misterioso potere di rinnovare, non solo colui che la esercita, ma anche il suo oggetto( per quanto quest’oggetto abbia inizialmente potuto essere indegno). In forza di quanto detto, la fedeltà è una testimonianza, un’attestazione, quindi anche un’etica che ne faccia il proprio fulcro è portata ad aggrapparsi a qualcosa di sovrumano, e a quella volontà che in noi è l’esigenza  e il segno stesso dell’Assoluto.
    Per ora, voglio fermarmi qui, riservandomi, in un’altra occasione, di analizzare il rapporto di coppia, in seno al quale Lorenzo pone un quesito specifico, riferendosi specificatamente ad una coppia di coniugi e del quale mi piacerà confrontarmi con voi, nei modi e nei termini che mi sono più congeniali.
    Buon fine settimana.

  3. DomusLaurentii ha detto:

    interessante quanto detto da Carmen, da rileggere e da “matabolizzare”..
    mi introduco in in questo momento perchè mi volevo riferire a quanto detto alla fine da Carmen…in effetti nel post ho parlato di coppia di coniugi, ma il mio intendimento era chiaramente più ampio, sono partito dalla coppia di conuigi perchè il matrimonio è incastonato in perle di doveri e diritti, di etiche civili e religiose che rappresenta il casus belli per eccellenza…
    ma intendete la cosa…come:

    “Può essere considerato fedele chi resta tutta la vita accanto alla moglie/compagna/fidanzata (al marito/compagno/fidanzato) pensando alla vicina (al vicino) di casa, o alla collega (collega) ecc..?

    buona conversazione

  4. Stefy71 ha detto:

    In un rapporto di coppia credo che sia necessario essere sinceri con se stessi, rispettarsi, non invadere lo spazio altrui, ricordarsi che ognuno di noi ha la propria individualità.
    Penso che ci siano molte coppie che rimangono insieme per “abitudine”, per convenienza anche quando più nulla li unisce. Penso anche però, che se è normale desiderare altro, questo desiderio scatti in principal modo quando non si è soddisfatti da ciò che si ha.
    Giustamente tu dici: “essere fedeli verso l’altro vuol dire essere infedeli verso se stessi”.
    Io dico che se così stanno le cose basta avere il coraggio di impostare dall’inizio il rapporto su queste basi, ossia dire, io sto bene con te ora ma nulla mi vieta di avere altre storie così come nulla lo vieta a te perché è nella condizione umana desiderare, volere altro, sperimentare.
    Allora si, ci sto. Se l’altro accetta ecco che tutto si può fare.
    Ma allora mi chiedo, perché sposarsi? Perché farlo soprattutto davanti a Dio (e premetto che io non credo) e giurarsi fedeltà eterna? Non è quello il primo gesto di infedeltà con se stessi? Di ipocrisia? Di falsità?
    Matrimonio come convenzione sociale, come gesto obbligato imposto dalla società?
    Se io sposo una donna che si aspetta da me “fedeltà coniugale”, nel momento in cui le faccio credere che anche per me le cose stanno così e poi tradisco, tradisco me si ma tradisco anche le sue aspettative.
    In altre parole io credo che ognuno di noi è in continua evoluzione, ciò che voglio oggi non sarà ciò che voglio domani. La persona che ho scelto oggi non mi starà bene per tutta la vita.
    Allora perché non vivere l’attimo e quando si trova altro non avere il coraggio di fare altre scelte?
    Perchè legarsi a qualcuno per sempre quando la nostra indole vuole libertà?
    E’ così disdicevole essere liberi e viversi le storie finchè durano?
    Forse ho posto troppi quesiti e molti altri me ne vengono in mente.
    Ad esempio, se un uomo tradisce con una donna single, perché la società tende a dire che la donna è una rovinafamiglie, una poco di buono mentre l’uomo si sa…. è uomo, è cacciatore, è predatore?
    Eppure non è forse solo l’uomo che ha tradito la moglie?
    Perché una moglie che scopre di essere stata tradita se la prende con la sua rivale in amore e non con l’uomo che le ha giurato fedeltà eterna, con colui insieme al quale avevano deciso di costruire una vita insieme? Ovvio, la stessa cosa vale per gli uomini che scoprono il tradimento e vogliono vendicarsi del rivale. Ma il vero rivale non è colui/colei che ci dorme accanto da una vita?
    Forse per ora ho detto troppo. Ripasserò a leggere le altre considerazioni.
    Un argomento interessante quello posto da Carmen, ammirata dalle sue considerazioni.

    P.S. Leggo solo ora il tuo intervento Lorenzo. No, io credo che chi rimane tutta la vita accanto al partner pensando ad altro non si possa considerare fedele. Io credo che sia fedele solo chi ha il coraggio delle proprie azioni senza che da questo dipenda l’illusione o la sofferenza di altre persone.
    In altre parole io sono per le scelte, per le decisioni, per chi ha il coraggio di dire basta, rivoglio la mia vita e me la prendo.

  5. CristinaKhay ha detto:

    Può essere considerato fedele chi resta tutta la vita accanto alla moglie/compagna/fidanzata (al marito/compagno/fidanzato) pensando alla vicina (al vicino) di casa, o alla collega (collega) ecc..?

    Per me la fedeltà è una questione strettamente personale, ha a che fare con quello che vuoi, con quello che sai di volere. Ogni altro giudizio o moraleggiamento altrui viola il diritto d’esperienza e conseguentemente di consapevolezza di sè stessi. Se ognuno di noi seguisse ciò che ci fa stare VERAMENTE bene, cogliendo profondamente il significato di ciò, sicuramente non avremmo tali quesiti da analizzare e la questione non si porrebbe nemmeno. Ma finchè siamo alla ricerca, finchè ci si trova costretti a trovare il proprio vero centro, manipolato dalle tradizioni, dalle convenienze della società, finchè si cerca di capire chi veramente siamo e cosa vogliamo…ecco che l’infedeltà diventa un banco di prova che suscita riflessioni, emozioni, gioia e dolore. Il mito dell’infedele giulivo e contento lascia il tempo che trova. Basta leggere un pò nei blogs e specialmente tra le poesie per rendersi conto di quali tempeste emotive scateni l’infedeltà… a quali riflessioni, dolori, illusioni porti se non porta ad una fedeltà seguente…

  6. CristinaKhay ha detto:

    @Carmen

    Passo ora ad esaminare l’originalità di questa virtù, così tanto screditata ai giorni nostri ( prova ne è la leggerezza con cui ne parla Cristina nel suo “ infelice” esordio), da essere addirittura ignorata.

    Ogni volta che una nota canta fuori dal coro, pungolando ed incrinando l’ipocrisia che avvolge il benpensiero della massa, ogni volta che le certezze vengono messe in discussione, ogni volta che si mostra nuda l’umana condizione del percorrere un sentiero in solitudine ( come tutti facciamo anche se non tutti se ne accorgono ), ecco che si preferisce bollare, ignorare, distogliere lo sgurdo o dirsi : no, non è sicuramente la strada giusta, me l’hanno insegnato, ci ho creduto, al solo pensarci mi fa stare male. Ed è vero che fa male, come no. Ma le cose che fanno male hanno una funzione anche loro, altrimenti non esisterebbero. Io invece affermo che ogni strada è giusta se percorsa dai propri passi, senza calzare i sandali di nessuno. La leggerezza è stata nella chiave di lettura, appunto nel tentativo di difesa. Nessuna leggerezza da parte mia nell’affermare ciò che molto sinteticamente ho detto.

    Considerando che, generalmente, la tempra di un essere umano si riconosce e si prova dalla fedeltà di cui è capace, c’è da dire che esistono probabilmente delle fedeltà nascoste, invisibili, quindi nessuno può affermare che un altro sia totalmente infedele

    L’unica vera fedeltà che concepisco è verso se stessi.
    Fedeltà è dedizione, voto, dono…è impensabile regalare la propria anima ad altri se ancora non l’abbiamo trovata per noi, se non siamo certi di vivere la nostra vita invece di seguire il programma spirituale ed emotivo, etico e morale inculcato fin dalla nascita e che ci ha detto chi e come dobbiamo essere per essere accettati e amati.
    Essere fedeli a sè stessi nella completa accettazione di chi e cosa si è ….è probabilmente l’avventura e la scoperta più importante della propria vita.
    Se la nostra azione rispecchia il nostro essere profondo, non ci farà alcun male e aiuterà nella crescita sia noi che il mondo che ci gravita intorno. Parlare di infedeltà a certi livelli equivale a sostenere l’ipocrisia nella quale versano le società.
    Non è un avvallo il mio, ma semplicemente una presa di coscienza. La libertà innanzi tutto. Libertà di essere fedeli o meno, con il proprio intimo sentire a fare da navigatore….
    L’infedeltà presuppone un distoglimento d’interesse affettivo o fisico dall’oggetto principale della propria sfera amorosa…e forse è qui che andrebbero rivolte le riflessioni e non nella infedeltà in sè stessa, che non è altro che un tentativo di vita, di fuga dalla sofferenza. La cosiddetta virtù non è un premio da sbandierare, non è una medaglietta da appuntare sulla giacca e da mostrare agli altri per metterli su un piano di inferiorità, nel tentativo di umiliarli. La virtù è comprensione della vita, conoscenza della psiche umana, nella consapevolezza che ognuno sta facendo del suo meglio per trovare il suo bene e che la strada che ha scelto, qualunque essa sia, è l’unica in grado di portarlo a questo, nel corso delle vite.
    E la sofferenza degli altri in merito?
    Nessuno è esente dalle proprie lezioni di vita, nessuno. Tutti i coinvolti in situazioni di infedeltà fanno parte di un corso accelerato per determinare la vera SCELTA…
    Viviamo per imparare a scegliere la nostra vita, amandoci davvero, stimandoci… imparando a lasciarci illuminare da quei fari che sono il nostro cuore e la nostra mente.

  7. CristinaKhay ha detto:

    Approfitto del fatto che siete tutti in relax domenicale… e continuo ad importunarvi un pò 🙂

    L’infedeltà inizia quando si passa all’azione, o nel momento in cui si desidera?

    L’infedeltà inizia con la curiosità, con il pensiero curioso. Una persona curiosa mette in dubbio ciò che ha conosciuto finora per avventurarsi nel terreno ignoto delle possibilità. Inventori, artisti, liberi pensatori, innovatori, condottieri, OSANO… e diventano infedeli a ciò che era consolidata opinione o abitudine di comportamento ( non a caso nella storia questi personaggi sono tutti o quasi tutti di sesso maschile, vista l’educazione al servizio e alla fedeltà pretesa dal sesso femminile, immolata e relegata sull’altare della virtù e “protetta” dal suo ruolo). Bisogna però osservare che coloro, gli infedeli, restano saldamente fedeli al loro sogno, al loro ideale, a quell’orizzonte che intravedono dentro e oltre di sè.
    Cosa c’entra questo con il rapporto di coppia?
    C’è una certa analogia con il rapporto affettivo tra le persone… che porta il “conosciuto” ad essere considerato alla stregua di una cosa morta, senza stimolo, cioè senza vita. E allora l’orizzonte sospirato diventa la vita, il profumo di cose diverse, di persone diverse, di posti nuovi. La vita diventa il sogno che si intravede. Almeno finchè questo sogno resta tale. Questo è nella natura degli uomini, delle donne e delle cose. E’ nella natura dell’evoluzione, non c’è vita senza un costante rinnovamento nei pensieri innanzi tutto.Perciò parlo di fedeltà come utopia, perchè la vera fedeltà è per scelta sentita, e non indotta. Quindi avviene che quando in coppia non si avverte più questo rinnovamento, quando questo piacere di scoprire insieme il mondo, con i rispettivi modi di pensare, il sesso, etc., quando la maggioranza delle azioni diventano scontate o peggio ancora dovute, insomma, quando l’elemento sorpresa ( s.f. cosa inaspettata che può produrre meraviglia, piacere o dolore 🙂 ) viene a mancare, quando in poche parole l’emozione insieme diventa così diluita da dissolversi in un quotidiano vissuto di fretta o indifferentemente, scaricando sull’altro le proprie mancanze verso di sè… ecco che la medicina dell’infedeltà è lì, bell’e pronta, e non resta altro da fare che agguantarla. Ripeto che qualsiasi strada una persona decida di prendere, questa strada non potrà far altro che ricondurla al centro di sè stessa, cioè alla propria e unica verità, alla propria anima. L’infedeltà può avere questa funzione… di riportare alla fedeltà, forse non della stessa persona di prima o forse si. L’infedeltà è solo un ponte che collega varie parti di sè, un intermezzo tra due attimi di fedeltà, un viaggio per imparare a capire dove si vuole andare… e per arrivare dove si è già, senza saperlo.
    Poco importa quanto grande sia il fiume da attraversare, quanto lunga sia l’autostrada che si deve percorrere… condurrà sempre alla comprensione di sè. A quel punto gli specchi si frantumeranno, e l’infedeltà, in quanto specchio di una situazione interiore, non avrà più motivo di essere. In quale vita?
    Auguriamoci sempre che sia in questa…
    E confidiamo nel tempo…
    E in noi…

  8. PostIda ha detto:

    Ritorno sulla questione, chiarendo, benché fosse evidente già nel mio primo intervento, che non era mia intenzione entrare nel particolare delle esperienze personali, ma che la mia riflessione scaturisse da un’analisi sulla fedeltà, quanto più possibile obiettiva. Tra l’altro, come dicevo alla fine del mio contributo, intendevo proseguire, provando ad analizzare i rapporti di coppia e come intervenisse in essi la fedeltà ( in tal senso, Lorenzo ha chiarito che il quesito è posto non solo nei confronti di una coppia di coniugi).
    Ora, dopo gli interventi di Stefy e Cristina, mi preme sorvolare su quanto mi ero proposta, per chiarire il mio pensiero, opinabilissimo quanto vi pare.
    Per Stefy: dissento con quanto dici, dal momento che, in virtù di una prerogativa cui non riesco a prescindere in qualsivoglia rapporto io intraprenda( amicale, affettivo, sentimentale e quant’altro…), ossia il RISPETTO, mi riesce difficile immaginare un’impostazione delle suddette relazioni, ponendo una conditio sine qua non. Non credo sia efficace “ contrattare”, sulla base di personalissimi convincimenti, molto egoistici ( consentimi di pensarlo), attraverso i quali si stabiliscano delle regole che, qualora venissero disattese, provocherebbero la scissione del rapporto. Nello specifico, ovvero in una relazione ( matrimonio, convivenza e/o avventura occasionale) i coinvolgimenti emotivi  che s’innescano, siano essi di natura sentimentale o più squisitamente “ pratici, non si può mercanteggiare con delle condizioni, che ne garantiscano la durata e la qualità. Se sono coinvolta, fosse anche in una storia di sesso da una botta e via, dinanzi a me viene prima e soprattutto il mio interlocutore, che può e deve darmi quel che sente e desidera darmi, in base anche a particolari risposte “ chimiche”, che scaturiscono dall’incontro. Qualora e se, e ripeto, anche nel caso di una semplice “ scopata” ( passami pure questo), esigo e, nella stessa misura concedo, il massimo rispetto alla persona con la quale sto interagendo. Questo perché non sia svilita né la mia, né l’altrui dignità. In caso contrario, ovvero qualora venissero meno questi presupposti ( coinvolgimento emotivo e rispetto reciproco) preferisco rinunciare. Ora, fatto salvo quanto detto sinora, da quel rispetto che vicendevolmente ci si scambia, nella coppia scaturisce la fedeltà che, nel caso dell’avventura occasionale, si esaurisce nello spazio di una notte, ma nel caso di una relazione duratura, sia essa avventura di qualche mese, convivenza o matrimonio, si traduce in una forma di onestà a breve-medio e lungo termine.
    Per Cristina: fermo restando che ciascuno di noi sceglie il colore ed il sapore da dare alla propria vita, io rispetto e  non giudico coloro che decidendo della proprio esistenza, mettendo in atto dinamiche e strategie con le quali non sono in sintonia. Lungi da me dall’esercitare uno squallido e banale moralismo di convenienza e/o di circostanza, così come rispetto l’opinione altrui, ritengo che anche nei confronti dei miei convincimenti sia usato lo stesso trattamento.
    Capisco e conosco come e quanto soffra un infedele, dovendo,  nella sua ricerca di evasione dai proprio problemi ricorrere ad una serie di sotterfugi, messe in scena e bugie, per nascondere la sua relazione al proprio partner.
    Capisco e conosco quanto squallore si consumi fra le quattro mura di un albergo, dove si entra al mattino e si esce nel tardo pomeriggio, riducendo i momenti di passione a quel freddo donarsi fra asettiche lenzuola.
    Capisco e conosco gli interminabili week end, feste estive, natalizie, pasquali, 25 aprile, 1maggio e chi più ne ha più ne metta, trascorsi ad osservare con una frenesia quasi maniacale il display del cellulare che non squilla, o meglio non vibra, nemmeno per un sms.
    Capisco e conosco l’arrendevolezza che coglie gl’infedeli, di fronte all’infantile voler credere che si tratti di puro sentimento, oppure, cosa ancor più grave a mio parere, inscenare tutto per rispetto ad una sorta di “ moda”, così da non essere da meno della tendenza del momento; o ancora, aver voglia di trasgressione pura, che però lascia il tempo che trova. Io, permettimi di pensarlo ed esternarlo, nel mio essere così fermamente ancorata a certi valori, cui non so prescindere e, nel mio essere così donna del Sud… NON CI STO!!!
    Dovendo scegliere, trovo più onesto rompere un “ patto”, piuttosto che mancare alla parola data, piuttosto che vivere di menzogne, piuttosto che accontentarmi di ritagli “ passionali e…te lo dico di cuore, continuo ancora a sentirmi Donna ( non è casuale il maiuscolo).
    Detto questo, mi piacerebbe continuare l’analisi che avevo avviato e comincio col dire che, in un rapporto di coppia si rivivono certi processi psicologici che hanno caratterizzato la crescita, che sono: la simbiosi e il possesso, ovvero si ripete quella totale dipendenza che c’è nel modello biologico, del rapporto figlio/a con la madre, in cui ognuno ha assolutamente bisogno dell’altro.
    Se dovessi fare un esempio di un rapporto passionale, dove per passionale non intendo un rapporto basato solo sulla carica emotiva della passione intesa nell’accezione più classica, ma un rapporto inteso come possesso, mi piace prendere un riferimento dalla letteratura. Infatti, il Don Juan, che ama visceralmente Donna Lucia, è preso da un amore passionale, in cui rivive i sentimenti che ha avuto o avrebbe voluto avere da sua madre, ma in rivalità col padre. Questo amore è avvelenato dal senso di colpa, perché Don Juan pare rubare questo sentimento, in quanto donna Lucia è sposata, tuttavia il possesso non viene vissuto immediatamente senza senso di colpa, ma con gradualità: prima c’è il possesso con senso di colpa, poi viene affermato il diritto al possesso ed infine il possesso viene goduto.
    In un rapporto di tipo simbiotico, invece, l’amore non è una forza che ci costringe ad amare, ma è una scelta che nasce dalla libertà e si esprime attivamente nei confronti della persona amata, L’amore, in quanto autentico, opera e crea; colui che ama crea l’altro come persone e, nel creare l’altro, crea se stesso come persona al più alto grado. E quando si vive un amore maturo, ci sono i presupposti giusti perché ci sia fedeltà, la quale può nascere solo da una situazione di libertà personale, di maturità e di autonomia. La fedeltà diventa, così, un impegno ad essere fedeli a se stessi( in questo passaggio mi trovo d’accordo con Cristina) e all’altro e non fuggire di fronte alle difficoltà dinanzi alle difficoltà che s’incontrano durante il percorso della coppia.
    Concludo questo mio lunghissimo intervento proponendo un o stralcio di un noto psicologo, l’americano Gian Gonzaga, il quale dice: L’amore è come un antidoto contro le tentazioni. Infatti esso ha una funzione distinta dal desiderio e può agire come una sorta di dispositivo che aiuta a mantenere l’impegno

  9. CristinaKhay ha detto:

    @Carmen

    Lungi da me dall’esercitare uno squallido e banale moralismo di convenienza e/o di circostanza, così come rispetto l’opinione altrui, ritengo che anche nei confronti dei miei convincimenti sia usato lo stesso trattamento.

    Perdonami ma ti faccio notare che nei miei confronti il termine “leggerezza” era inappropriato, l’ho percepito come simbolo di un pensare che giudica superficialmente, senza rendere il nominato Rispetto o cercando di cogliere il messaggio, prima di fare barriera…

    Fedeltà e infedeltà sono due facce della stessa medaglia, qui non si tratta di vedere chi resiste di più nella fedeltà per prendere un premio. Si tratta di capire se è una cosa che veramente si vuole, che veramente si sente. Allora e solo allora ha valore.
    Lasciamo stare i patti, le promesse, lasciamo stare tutto. Il passato esiste solo nella nostra mente, per quanto il suo peso possa essere molto importante per noi come persone.

    Ma, oggi, voglio veramente e ancora essere fedele? Mi accorgo dove vanno i miei pensieri? Alla vita con il partner di sempre oppure in giro alla ricerca di stimoli, di sogni e di felicità?

    Io sono molto meno severa nelle scelte altrui… ho imparato che lo stare bene se per me è in una situazione di fedeltà per altri può significare l’opposto, e non sempre è un inferno, credimi… la questione è molto soggettiva…
    Molto probabilmente anche io non accetterei una situazione prolungata di infedeltà da parte del mio partner… ma queste sono tutte teorie…io dico sempre che la battaglia si fa sul campo…e solo poi si contano i feriti… Bisogna trovarsi in certe situazioni per meravigliarsi poi della nostra reazione…

    Concordo invece perfettamente con quanto hai riportato:
    …un noto psicologo, l’americano Gian Gonzaga, il quale dice: “ L’amore è come un antidoto contro le tentazioni. Infatti esso ha una funzione distinta dal desiderio e può agire come una sorta di dispositivo che aiuta a mantenere l’impegno”

    Sicuramente la pienezza che un amore dà non lascia nessun vuoto da colmare… ed è questo eventualmente l’argomento di discussione…

    Grazie per lo scambio Carmen, so bene la cultura e la precisione con la quale affronti gli argomenti…e forse proprio per questo mi sono risentita molto…

  10. claudine2007 ha detto:

    Nessuno può essere fedele con il pensiero… ho sempre nutrito forti dubbi, specialmente discutendo questa tematica anche con persone di ferrea fede.
    Forse sembra più semplice esserlo nella carne, cercando di reprimere desideri e mortificare fantasie…
    Bisognerebbe quindi seguire un cammino di castità e sottomissione… e solitamente sono le donne a soggiacere, mentre gli uomini incauti (loro malgrado) possono ricevere plausi di compiacimento legato a ciò che è unicamente può essere visto come una “necessità fisiologica maschile”.
    La donna che tradisce è ripudiata, l’uomo… riceve clemenza poiché fisicamente “diverso” nelle sue necessità corporee.
    L’educazione (la scuola, la famiglia, la religione) ci ha trasmesso un’idea negativa del sesso: qualcosa da nascondere, da reprimere, da “realizzare” esclusivamente all’interno dell’inviolato vincolo matrimoniale…
    Mi astengo dall’entrare nel merito della bigamia sostenuta nel corano (o della poligamia generica di certe tribù ataviche…)
    Questo per ciò che concerne il corpo materiale… ma non necessariamente una donna o un uomo devono trovare un altro partner… A volte il migliore appagamento può essere incito nell’auto erotismo, dove solo l’autore/trice sono nella perfetta misura di portare la propria sessualità a lambire i piaceri dell’estro… restando dunque “fedele” alla compagna/o…
    Quindi, riprendo la prima strofa della litania: posso essere fedele al mio compagna/gno se mi masturbo? E qui, è solo al livello della libido, del pensiero, delle fantasie…
    C’è chi purtroppo ha una vita sessuale non appagante, chi è solo o lontano dal proprio partner, chi convive con la frigidità, chi per mille altre ragioni non può ottenere ciò che rimane una meta insondabile (piena di fascini e fantasie…)

    Siamo tutti esseri di Energia. Una forte fonte di energia è in ognuno di noi… il controllo delle emozioni, qualunque esse siano, e il rifiuto di condividerle o di rivelarle ostacola fortemente lo scambio energetico. Questa, purtroppo, a volte è la realtà all’interno di una copia etero come omo sessuale. La Vita è un campo energetico in movimento, che si sposta quando noi tratteniamo e abbandoniamo, uniamo e separiamo, veniamo ed andiamo. Vivere in modo completo questo flusso d’energia vitale, significa essere in grado di provare fiducia, amare, percepire, sentire, capire e condividere la consapevolezza e le emozioni… queste qualità intangibili ci uniscono alla vita. Amare, come vivere, richiede uno scambio di energia, un flusso. Tutti ci sentiamo stimolati e vivi in una relazione in cui i buoni sentimenti la fiducia e l’accettazione vengono vissuti e comunicati in modo significativo. Ci sentiamo stimolati e vivi, quando fra noi le idee e le emozioni nascono con facilità e vengono liberamente trasmesse gli uni agli altri. Ci sentiamo stimolati e vivi in una relazione in cui i nostri bisogni possono essere espressi e rispettati e in cui ognuno si prende cura dell’altro così da garantire il soddisfacimento dei bisogni di entrambi. Vivendo una relazione simile, proviamo amore.Profondo Amore. L’amore è quindi quel sentimento che normalmente viene generato dentro di noi.
    Siamo dunque onesti: quanti fra voi possono affermare al 100% di avere raggiunto questo piano di (quasi) perfezione?
    E rimane sempre un’altra parte di noi, esseri di Energia… dobbiamo convivere con le Impronte generate… cercando di spezzare i legami con l’Anima (Mente) immortale?!!
    Cosa fare se, per casualità, ci accorgiamo che un altro Essere di Luce ci attrae in maniera enigmatica, inequivocabile… se iniziamo a viaggiare nei nostri percorsi onirici alla sua ricerca? Non necessariamente deve essere di sesso opposto, badate!
    Se ci accorgiamo che non sono solo banali casualità… ma iniziamo a comprendere che questa persona in un’altra vita era stata al nostro fianco?
    Troverei molto strano se affermate che non vi è mai accaduto…
    Impossibile. Il nostro karma ci riconduce nel samsara, esistenza dopo esistenza… forse non sempre sul pianeta Terra… forse in altre dimensioni… ma se ora mi state leggendo, significa che qui siete ritornati e che qui matureranno altre vostre impronte…
    Ma questo è un altro argomento… interessante, ma che pure io non sono all’altezza di spiegare in maniera adeguata.
    Ritorno quindi alla tematica a me cara: quella delle Passioni dell’Anima!
    Mi permetto di citare Cartesio: “passione è un movimento violento dell’anima nella sua parte sensitiva, che si produce o per seguire ciò che l’anima ritiene essere buono, o per fuggire quel che ritiene essere cattivo”.
    Quindi ecco che in gioco entrano le Passioni!
    Ed esse accedono nel tripudio delle Emozioni (già di per sé generanti di sufficiente disfacimento mentale)… conducendo questo meraviglioso Essere d’Energia nella sua ricerca fantasmagorica delle Origini.
    Demone e Angelo. Cattivo e Buono. Nero e Bianco.
    Non possiamo nasconderci dietro un velo di falso pudore fariseo… Sia il male che il bene considerati possono essere tanto presenti, quanto futuri, passati o possibili. Il movimento che nasce dal compiacimento derivante dalla conoscenza del bene, si manifesta come amore; la conquista del bene provoca gioia, la ricerca del bene futuro suscita il desiderio…
    Penso che la Passione possa portare ogni Umano a “tradire” gli altri… per NON tradire sé stesso! In fondo, siamo soli al momento della nascita nel pianto urlato al mondo che ci accoglie… Nuovamente soli al momento della morte, quando poi (forse) sono gli altri a piangere la nostra partenza…
    Per me, l’atto d’amore può davvero configurarsi come esperienza libera ma cosciente, gioiosa ma rispettosa dei desideri di due Esseri di Luce, appagante perché vissuta nell’unione ideale di MENTE e CORPO… non vi sono vincoli che possono ostacolare… di nessun ordine o tipo.
    Non mi stancherò mai di ripetere che ciò che conta non è la Meta… bensì il percorso. Con gratitudine sorrido a quelle Anime che ho rincontrate… durante questo percorso terreno…
    Chiedo venia Lorenzo, sono trasparente come l’acqua di sorgente… ;-)claudine

  11. CristinaKhay ha detto:

    @Stefania

    Concordo con tutto il tuo intervento,mi è piaciuto molto, chiaro e sincero. Anche sul fatto eventualmente di mettersi d’accordo sulle modalità di vivere insieme il rapporto, come d’altronde si fa in chiesa :).
    Bisogna rendersi conto che c’è una varietà incredibile di comportamenti e di modi di vedere, di vivere l’amore. Anche per quanto riguarda i comportamenti sessuali. Se due persone sono adulte e consenzienti, nulla vieta loro di accordarsi su come impostare la propria vita, nè più ne meno che in situazione di pretesa ( e meritata come dice Carmen) fedeltà.

    C’è l’errata concezione che ogni comportamento diverso dalla normale morale corrente sia indice di non amore verso il partner… Ossia che due persone che si accordano in questi termini non possano amarsi veramente, ma non è così…
    Io stessa conosco persone che si amano profondamente e che proprio in nome di quest’amore concedono all’altro ogni desiderio o fantasia, dovesse anche implicare un “tradimento” fisico…

    Si tratta di aprire la mente, considerare come possibilità il tutto, e poi scegliere quello che va bene per noi, senza farci strattonare dalle convinzioni altrui… e trovare un partner che rispecchi il proprio sentire…

    Ecco, magari questo è necessario…trovare una persona che la pensa come noi… e nel caso rompa il patto si deciderà se rompere o meno il rapporto…su questo mi sembra che siamo tutti d’accordo…
    Il resto non è di nostra competenza…

  12. CristinaKhay ha detto:

    @Claudine

    Tutto il tuo intervento è illuminante, grazie di essere tra noi 🙂
    Non saprei cosa citare delle tue righe, visto che ognuna reca messaggi che vanno al di là dei semplici ragionamenti o riflessioni sulle esperienze avute e/o subite…
    Quindi prendo una frase su tutte, che ben esprime la condizione di chi si trova su questo sentiero impervio:

    Penso che la Passione possa portare ogni Umano a “tradire” gli altri… per NON tradire sé stesso!

  13. DomusLaurentii ha detto:

    L’avvio di questa discussione non mi meraviglia più di tanto, è così che me l’aspettavo..perchè è un argomento molto complesso…non difficile, ma complesso….
    Il fatto che è che ci si trova davanti ad uno specchio che deforma il nostro pensiero…con l’orgoglio e con il pudore…
    Non bisogna dimenticare che davanti a questa definizione:fedeltà o infedeltà che sia…siamo sia nel tempo sia nel momento…potenziali o effettivi traditori e/o traditi.e quindi quando parliamo dei traditori, ci mettiamo nei panni del tradito, e invochiamo varie formule di giudizio
    Questo secondo me è il problema.
    E poi c’è una differenza sostanziale con il pensiero femminile e maschile (peccato che continuano a mancare le opinioni maschili…eppure sarebbero ben accolte)…
    Nel femminile c’è un retaggio culturale molto forte, nel quale si sente partecipe sempre come tradita…e invece mi sembra che le ultime statistiche dicono che anche le donne cominciano ad essere sincere, con se stesse, e con l’intervistatore, o il provocatore (come qui nella domus9 e cominciano a dire la verità, ovvero che sono sempre più traditrici.
    Gli interventi sono stati tutti interessanti, me chi in un verso chi in un altro, mi sembra che non ci si riesce a separarsi quel ruolo di donna “madonna”…
    Ribadisco che io qui, nella mia provocazione non parto da un teorema ben definito…
    Il dubbio è molto forte per stare da una parte o dall’altra.
    Ma vorrei che entrassimo con il nostro intimo “vero” nell’ argomento, e con le nostre nozioni e le nostre esperienze di altri.
    Penso che la discussione debba essere fatta per steep di “provocazioni” come in effetti si sta facendo..e non avere fretta per trarre conclusioni…perché penso che conclusioni non ci siano in assoluto..
    È troppo soggettivo il tema.
    Ma la Domus, nasce e vive per cercare di oggettivare il più possibile le varie questioni.

    Vorrei quindi riprendere alcuni spunti interessanti, su cui vorrei puntare la mia riflessione:

    Nel primo intervento di Carmen (come lei ci ha anticipato) affronta una aspetto di contenuto e di collegamenti nel fenomeno fedeltà/infedeltà…che mi lasciano un po’ di sasso..
    Affidi il tuo ragionamento ai collegamenti di questi termini servizio-obbedienza-fedeltà….
    (trittico che mi ha fatto subito pensare ai carabinieri o ai gesuiti….ehehe…ahahahao ancor di più al concetto di fedeltà di un cane)..e il tuo spiegare è dotto e interessante, ma io ne resto un po’ distaccato…forse sto scivolando su un qualche erronea convinzione.
    Resto dell’idea che affrontare il problema, si debba salvaguardare “il pensiero”!…questa attestazione di qualche cosa, di una etica è sempre secondo me condizionata appunto da una morale scritta da altri, di regole di comportamento che da sempre è regolato sulla natura degli esseri umani…
    E accenno alla “sacralità” del patto principe di una coppia, ovvero il matrimonio, non dimenticandoci che è un atto più giuridico o tradizionale che di sentimento…
    Non cercherei le soluzioni del problema sul patto fatto a Dio, in termini di cerimonia religiosa, visto lo scempio che si fa e che si è fatto di questo sacramento…
    Troppo cose le riferiamo a Dio, pronunciando spesso invano il Suo nome…
    Nel matrimonio, ci si deve trovare indipendentemente da quella forma religiosa…proprio questi giorno ho letto un articolo sulla Sacra Rota da rabbrividire, l’equivoco sulla sacralità del matrimonio è incredibile..
    Meglio secondo me, il senso del patto reciproco.
    Al di là di condizionamenti esterni.
    La fedeltà non deve essere promulgata davanti ad un altare, ma davanti a noi stessi, nello sguardo e nella fusione del respiro…
    Ma il tempo non si ferma, ed intervengono tante cose, una su tutte, indipendentemente dall’amore che lega, la crescita, l’evoluzione di se stessi…ed in questa situazioni possono nascere nuove esigenza, nuove curiosità…
    E allora nascono i desideri..
    Spesso nella logica del rapporto e nel rispetto del rapporto…si cerca di salvaguardarlo con qualche compromesso, e qualche rinuncia…ovvero per la fedeltà, per la salvaguardia di coppia si sceglie l’infedeltà con se stessi.
    È la cosiddetta fedeltà “attiva” scelta malgrado la possibilità di tradire, ben più meritoria di quella “passiva” che ha un valore molto relativo
    Stefy pone una serie impressionante di domande, nelle quali è palese, quale risposta si aspetta…
    È secondo me una forma molto “integralista” di intendere il problema.
    Se ami, non devi tradire…se vuoi tradire, devi sentirti obbligato di prenderti le responsabilità e rompere la coppia.
    Non è così facile…
    Ci sono nella coppia tanto dinamiche, che secondo me, determinare a priori, o farsi determinare a priori da religioni e da tradizioni, il comportamento diventa estremamente pericoloso.
    Stefy parla ancora del matrimonio…concetto occidentale ed attuale..perchè non dobbiamo dimenticare cosa era fino a circa duecento anni fa il matrimonio, o prima dell’avvento del Cristianesimo…(che secondo me affronta il problema del sesso in termini ambigui), tra i romani tra i greci…o tra i popoli antichi…
    La coppia aveva una funzione procreatrice, o istintiva nel piacere…o intrisa di spontaneità..anche se la donna era relegata quasi sempre come oggetto, più che soggetto….
    Come dimenticare la donna/moglie “prestata” tra i romani…
    O le cerimonie religiose numeriche, babilonesi…
    O pure oggi….secondo voi…è tradimento il proprio marito che va per prostitute?
    L’infedeltà genitale..
    Quante donne accettano invece questo tradimento, tanto per avere il marito “scarico”..
    In effetti nell’infedeltà, si muove molto la sessualità….
    Come si vede, in tutto questo discorso, sono intervenuti altri argomenti importanti…
    Essenza dell’amore
    La sessualità
    L’erotismo
    Il matrimonio
    La religione
    La morale…
    E l’IO…..
    O meglio…rispolverando Freud….
    Il terribile convivere…tra IO, SUPER-IO(EGO), l’ES……?
    E come al solito…cerchiamo di soprassedere all’unica coppia certa che esiste in natura…noi…con noi stessi…
    Io non sono tanto in disaccordo con la tesi di Cristina, dove è necessario salvaguardare la libertà, l’autonomia emozionale, il senso della riflessione intrinseca.
    È il principio “della buona fede” e della virtù del proprio discernimento….
    Devo dire che mi fa più tristezza un essere che tradisca se stesso, che tradusca un altro…
    E come dice Ezra Pound, intermini di idee..chi non difende le proprie idee, o valgono poco le idee, o vale poco lui…
    La centralità dell’essere umano, secondo me resta importante…

    Confesso che trovo molto interessante anche l’intervento di Claudine che affronta il tutto con molta franchezza e molto senso della realtà delle cose…
    Dove il pensiero, la sessualità, il desiderio entrano prepotentemente in gioco e condivido..
    Come ritengo molto affascinate il suo esprimersi nella seconda parte…
    Mi piace questo passaggio, in particolare “Penso che la Passione possa portare ogni Umano a “tradire” gli altri… per NON tradire sé stesso! In fondo, siamo soli al momento della nascita nel pianto urlato al mondo che ci accoglie… Nuovamente soli al momento della morte, quando poi (forse) sono gli altri a piangere la nostra partenza…”
    È la libertà dei propri movimenti, alla base di tutto, è questo bascolare tra il nero e il bianco, l’angelo e il demone, che la nostra strada…si sviluppa tra le foreste della “ignoranza”
    Mettersi nudi davanti all’universo con i propri limiti, con i propri peccati, è la migliore grazia che si possa avere..
    E nell’implosione dell’io, che si trova anche l’altro…
    E nel rispetto di questo io, spesso tacciato di fredda determinazione, l’universo…
    E nel rispetto di questo io, che nasce l’amore, nasce il rispetto dell’amore…che vive nel rispetto del proprio egoismo, ma ne contempo del riconoscimento dell’altrui egoismo…
    Come ribadisce Claudine “Non mi stancherò mai di ripetere che ciò che conta non è la Meta… bensì il percorso.” Una frase a me molto cara, in quasi tutto ciò che riguarda l’emozione della vita, come la felicità….è un percorso non una destinazione…
    Che si concentra l’attenzione dell’argomento…
    La mia paura che spesso i termini fedeltà o infedeltà…siano alibi…o strumenti di tortura…
    O meglio strumenti di ipocrita apparenza.
    Quanti politici l’anno scorso parteciparono al family day….in difesa della famiglia e della defenltà della famiglia…gli stessi gia separati, gia padri di figli di diverse madre…ed uno particolare….stava per lasciare la moglie ed avava messo gia in cinta, (matrimonio in corso9 una altra donna…
    Attenti all’ipocrisia imperante sul tema… sempre religiosa, spesso politica, qualche volta psicologica…
    È un percorso sicuramente tormentato questo dell’amore e della fedeltà…
    Dell’altro…
    Di se stesso…

  14. DomusLaurentii ha detto:

    per spiegare il complesso meccanismo comportamentale davanti all’evento…ritorno…a Freud….ricordando un po’ le dinamiche di quanto ho accennato prima…il trittico psichico…

    L’ IO è la coscienza, è la struttura che regola gli istinti e li riporta alla reltà quotidinana e permette alla persona di non lasciarsi dominare dall’istinto, e di tenere conto anche dell’ambiente in cui vive(è una sorta di mediazione tra l’ES che mira al soddisfacimento irrazionale assoluto e la realtà esterna)

    L’ES è la parte istintiva della mente, governata dal piacere e legata al corpo, agli istinti primordiali e alla sessualità.

    Il SUPER-IO (o EGO) è la parte della psiche che prende forma in base ai modelli e agli ideali della società, che vengono appresi da bambino per mezzo dei genitori, attraverso punizioni e ricompense; rappresenta la censura morale della coscienza, l’interiorizzazione delle autorità esterne (padre, leggi, valori, ideali), l’insieme dei divieti sociali percepiti come costrizioni e impedimenti alla soddisfazione del piacere

    Freud può anche non piacere e non condivederne le idee e la tecnica analitica…ma questo concetto di fedeltà e infedeltà è facilmente rintracciabile come oggetto del contendere tra queste tre forze interiori della psiche…

  15. claudine2007 ha detto:

    Per chi fosse interessato a S.Freud, lascio un link estremamente interessante…Cervello e Mente/Anima sono analizzati (da contemporanei studiosi z.B.Mark Solms) dove psiche e psicoanalisi assumono connotati un po’ atipici….
    http://sigmundfreud.de/home
    (purtroppo in lingua germanica)
    Sono convinta che il nostro ospite potrà abbeverare la sua enorme sete di sapere
    Direi… pane per i tuoi denti… ma sei all’altezza! carissimo Lorenzo
    :-)claudine

  16. PostIda ha detto:

    Il discorso più ampio, fondato sul contenuto, non già sul personale, che avevo provato a fare nel mio primo intervento, era dettato da una esigenza di metodo, per affrontare la discussione in maniera più obiettiva possibile. Evidentemente è stato frainteso il senso, tant’è vero che ribadisco che il concetto di fedeltà, così come lo interpreto io, è estensibile anche in campi diversi dell’esistenza umana, nei quali, nella stessa misura, ma forse con modalità diverse, si innescano comunque le stesse dinamiche e strategie che si attivano nella sfera affettiva.
    Infatti, proviamo a pensare ad un insegnante che, nel corso della sua attività di docente, incontra delle notevoli difficoltà con una classe di alunni ( relazionali, didattiche e quant’altro).Cambia classe? Decide quali alunni portare avanti, discriminando altri?Abbandona i suoi alunni? No!!!Si mette in discussione, cercando metodologie e strategie alternative, attraverso il dialogo, il confronto, la sperimentazione. Questo perché crede ( aver fede, quindi esser fedele) nel suo lavoro, nella valenza della sua missione, che porta avanti, anche con spirito di sacrificio ( senza con questo immolarsi ad eroina di turno), ma con la convinzione di portare avanti un progetto comune. Quando un insegnante, ma l’esempio può essere trasferito anche a qualsiasi professionista ( vedasi il medico, che addirittura recita il giuramento di Ippocrate) che,  nell’esercizio della sua funzione, si dimostra fedele, senza dover essere tacciato di moralista o di bigotto, anzi accrescendo il suo prestigio personale, in termini di responsabilità e buon senso. Ora mi chiedo, perché questo stesso discorso, molto semplice per la verità, non può essere applicato alla coppia? ( sia essa di fatto che legalizzata con qualsivoglia tipo di “ contratto”). Nel momento in cui, per qualsivoglia motivo, scaturiscano divergenze di qualsiasi natura, perché non affrontarle e provare a risolverle, attraverso un vaglio responsabile e critico del rapporto e delle sue eventuali falle?( ho scritto falle…con la E eheheheh).
    Ha ragione Cristina, quando dice che l’amore non lascia alcun vuoto da colmare, ed è quello che in più occasioni sto provando a spiegare, al di là dei personalissimi, quanto condivisibili e/o opinabilissimi, pareri espressi sinora. Continuo ad essere convinta che non si può rispondere ad un amore totale, con un amore parziale. Ogni amore è sacro nella misura in cui esprime donazione di sé, senza limiti e restrizioni, senza condizioni, né riserve. Il matrimonio è compiuto nella misura in cui i due sono capaci di darsi definitivamente, senza venire meno alla parola data. La riuscita del matrimonio non è data semplicemente dalla capacità d’innamorarsi, ma dal saper restare nell’amore indipendentemente dalle circostanze della vita. Nello stesso modo, continuo ad essere convinta che la fedeltà non sia una semplice questione di resistere alla tentazione o evitare pericoli, magari continuando per tutta la vita a desiderare il frutto proibito dell’albero (uomo o donna) ideale, ma, innanzitutto, è essere fedeli all’amore divino, il che vuol dire crescere in questo amore senza accumulare frustrazioni. La fedeltà è sempre frutto della volontà, di una scelta volontaria, ma solo quando questa scelta non viene vissuta come una rinuncia. Scrive F. Alberoni:” La fedeltà è come progettare un grande monumento, come scrivere un grande romanzo. Per farlo bene ti devi concentrare su di esso. Non puoi progettare dieci edifici contemporaneamente, perché verrebbero tutti brutti. Non puoi scrivere dieci romanzi contemporaneamente perché metteresti giù solo delle banalità incoerenti. Le cose veramente belle e di valore nascono dalla concentrazione di tutte le nostre energie verso un fine, dalla scelta di ciò che è essenziale e la rinuncia a ciò che non lo è”.
    Concludo, rispondendo a Cristina, che si è risentita molto di certe mie affermazioni, chiarendo innanzitutto che esse non sono frutto della mia cultura e/ o formazione, della quale vi pregherei di non tener conto, dal momento che io mi sento soprattutto ed innanzitutto Carmen. Lungi da me dal sentirmi moralista o ergermi a tale, non mi permetterei mai, ma l’aver considerato quell’aforisma, probabilmente da te coniato, senza alcuna spiegazione che ne giustificasse l’esternazione, l’ho provato davvero estremamente superficiale e superfluo, tutto qui. Non credo, in questo caso, d’aver mancato di rispetto alla tua persona, confrontandomi su un terreno scivoloso, ove, a quanto pare, l’unica voce fuori del coro sono io, ma d’aver espresso solamente un mio parere.
    Ora, se voi considerate la fedeltà alla stregua di una mercificazione della dignità umana, che fa dell’universo maschile/femminile un coacervo massificato di carne da consumare, ogni qualvolta si inneschino meccanismi di insoddisfazione, beh…fate vobis, tuttavia, pur non trovandomi in sintonia con il vostro sentire, non mi sento di puntare il dito contro chi non la pensa come me, men che meno di esprimere giudizi morali. Ben dice Claudine, avvallata da Lorenzo, che il discorso prende le mosse da coinvolgimenti della sfera erotica, non solo sentimentale, ma proprio in virtù di quanto sto dicendo in tutti i miei interventi, solo in un rapporto simbiotico, ove la complicità, il sentimento, la fantasia, la fede ( ove per fede intendo il credere fermamente nel rapporto che si sta vivendo) possano essere gli unici motori, perché si resti fedeli. Fuori da questi presupposti, possiamo confrontarci finché vi pare, ma dovremmo inevitabilmente prendere atto della rottura di un patto, o chiamatelo rapporto, come meglio credete, con le implicazioni e conseguenze che ne derivano.
    Saluto cristallinamente anch’io…

    🙂

    Carmen

  17. PostIda ha detto:

    Per Lorenzo: quando torno da scuola, proverò a risponderti sul ” trittico”, ora devo scappare.

    Buona giornata a tutti.

    Carmen

  18. CristinaKhay ha detto:

    Grazie del tuo chiarimento Carmen, ritrovo finalmente la tua obiettività pur portando avanti le tue convinzioni e di questo me ne compiaccio 🙂

  19. simonascudeller ha detto:

    Orsù bella gente vi faccio ridere un secondo.

    Ho letto molto attentamente gli interventi di chi mi ha preceduto e devo dire che sono perplessa ma è noto che la mia comprensione tardi agli appuntamenti importanti.

    Vi propongo una teoria elaborata da un carissimo amico, mio coetaneo ed un grande figlio di buona donna ( lo adoro per questo )
    Provocatoria anche se lui ci crede davvero!!!
    Non molto tempo fa in una delle mie solite filippiche sul suo comportamento non sempre ineccepibile, lui esordi’ dicendo ( riporto quello che mi disse cercando di tener fede al suo concetto ):

    ” Io non tradisco mai le miei donne, alcune sono a conoscenza del mio libertinaggio, altre invece no, quelle con cui stabilisco un rapporto più serio non mancano della mia presenza.”

    Alle mie rimostarnze sul fatto che comunque quelle son “corna” ( e non sono una santa ve lo garantisco ) lui ha aggiunto:

    “Mia cara Simo vedi, ( quando dice così è perchè sfodera le sue armi )
    partendo dal principio che ogni individuo è tale perchè unico nel suo genere e che percepisce lui solo in quel dato modo, io provo per ognuna delle mie donne sentimenti diversi ed unici.
    Provo ed agisco con ognuna in maniera diversa, quindi non sostituisco, non fraziono non TRADISCO”
    rimanendo fedele a se stesso, aggiungo io!!!

    Ho semplificato molto il doscorso che lui con tenaccia tentava di propinarmi e poi, dato che gli voglio un bene dell’anima, non ho fatto altro che ridere fragorosamente!!!!

    Ve le siete fatte due risate anche voi?!?!

    In realtà queste sono le giustificazioni o le convinzioni che molti di noi creano come alibi.
    Io sono una sostenitrice dell’individuo e di certi percorsi individuali, essere fedeli a se stessi significa anche affrontare una serie di problematiche che comprendono l’interazione umana.
    Le azioni di un individuo provocano delle reazioni all’esterno con le inevitabili conseguenze del caso.
    Libertà, rispetto e convinzioni personali son seguite in genere da responsabilità.
    Per farla breve
    – ognuno è responsabile delle proprie azioni – ed in misura all’entità delle scelte che una persona fa.
    Non entro in merito all’argomento, fino ad ora, cioè ai miei poveri 31 anni ( ahh Lore’ quelli d’anni ho ), ho capito che non è sempre facile prevedere gli eventi, lasciandomi il beneficio del dubbio sull’una o l’altra posizione!
    In tutta onestà trovo piuttosto ridicolo chi, seppur mantenendo delle convinzioni ferme ( o pseudo tali ), si sente il giudizio addosso.

    Sarà che quando sono convinta di quello che faccio non ci son ne’ santi ne’ Madonne!!!!!!! E manco mi pento ahahahhaaha
    Vogliamo parlare dei sensi di colpa? NONEEEEEEEEEE, NADA, NIET
    AHAHHAHAHA

    Le mi du’ boscherate l’ho dette ed ora passo al serioso

    Ma sono stata l’unica ad aver percepito l’intimità e la profondità di quei – Conosco e Capisco – nell’intervento di Carmen..

    Salut
    Simo

  20. PostIda ha detto:

    Puon pomericcio a tutti, interfenco per tire la mia, tal momento che la mia prof, è impegnata ti là per la copertina tel suo lipro e non riesce a trofar pace. Qunti ne approfitto, per contifitere con foi il mio pensiero. Consiterato che ritenco siate tutte telle cranti maiale ( o e non offentetefi se i miei moti sono un pò pruschi,ma io essere tetesca ti Cermania, jaaaaaa)prento atto che ogni fostra consiterazione parta dalla fostra formazione e cultura. Ciascuno ti noi è come una pianta, che vive e si nutre in un particolare amobiente, tofe c’è terra crassa o arita, acqua limpita o ti contuttura, clima tiverso e tanto altro, per questo il fostro moto di fetere l’argomento proposto tal signor Lorenzo è interpretato in maniera tifersa. Quello che non comprento è perchè mai prentiate a scuto certe consiterazioni, che non fanno parte tel fostro sentire, ma che ostentate unicamente per costruirfi una facciata di tonne capaci ti ogni sorta ti trascressione et elasticità mentale. Io, ta sancuigna tetesca qual sono, non ho timore a tire, e anche a pensare, che sbutellerei il mio uomo, qualora mi tratisse, altro che castrazione chimica che pretica il fostro Presitente tella Camera. Io glielo mozzerei ti netto, il suo pell’uccelletto implume, così ta non far altri tanni, nè a me, nè at altre focose tonzelle. Ora tefo lasciarfi, perchè mi sa tanto che la signora Carmen foglia fenire al pc…spiantola, nel pomericcio, ho fisto che rofistafa fra i suoi fecchi appunti, e cercava Nietzche…quinti preparatefi, che quella è una donna pien ti merafiglia, tutti la fogliono e nessuno la piglia.

    Ciao a tutti….( tranne che Caspare…pleahhhhhh)

    Cafcar

  21. PostIda ha detto:

    Scusandomi per le intemperanze della mia governante tedesca, donna di gran colore e calore, come promesso, vorrei riflettere sulla questione possa in essere da Lorenzo, quando citava Freud. C’è da dire che Freud è accostato spesso a Nietzche ( filosofo che io adoro e potrete comprendere anche perché) perché entrambi, seppur in modi diversi, scardinano alcune certezze fondamentali della civiltà occidentale. Infatti, se Nietzche aveva trasvalutato tutti i valori fondamentali dell’occidente, Freud distrugge la certezza dell’IO, sulla quale si è costruita la nostra civiltà e che, a seconda delle epoche storiche, è stata defininita “ io-spirito-anima”. Tralasciando l’intera filosofia moderna che dal medioevo fino all’800 aveva fatto perno sulla nozione di io, il grande merito di Freud risiede nell’aver ricucito tutti i duri colpi assestati alla nozione di Io e nell’aver dato una migliore formulazione di questo pensiero “ controcorrente. Infatti, egli afferma che l’IO non è che non ci sia, ma è semplicemente una realtà infinitamente più marginale da quel che si era creduto da Socrate in poi. E’ come se fossimo tutti, coscientemente o meno, cartesiani, poiché, se vi sono cose di non abbiamo coscienza è come se per noi non ci fossero, ma non è vero che la mente s’identifica in tutto e per tutto con la coscienza; viceversa, la coscienza è una piccola porzione della mente ( Freud la definisce traballante) e che l’IO stesso è un punto di contatto tra cose ben più importanti. Da queste considerazioni, emerge che la mente sia altra cosa dell’IO e dalla coscienza, mentre la psiche è la mente nel suo complesso ed in essa trova spazio quel che Freud definisce l’EGO ( parte cosciente della psiche). Cosa c’entra questo discorso con l’argomento che stiamo trattando? Moltissimo se pensiamo che Freud, che filosofo a pieno titolo non è, ma un medico che s’interessa di psichiatria, per spiegare alcuni fatti psichici ricorra ad eventi materiali, come se ogni attività della mente fosse legata ad una parte del cervello. Ed è curioso soffermarsi sulle cose che la nostra psiche tende a non prendere in considerazione a livello conscio alcune cose , promuovendo un’azione di rimozione delle cose stesse, che vengono collocate in un particolare “ serbatoio” chiamato inconscio. Questa rimozione crea disagi che si manifestano in estrinsecazioni psichiche e psicosomatiche che scaturiscono appunto da conflitti psicologici non risolti. Considerando, altresì che per Freud, così come per Nietzche, alla  base dell’uomo vi siano pulsioni irrazionali e vitalistiche  ( ovvero dionisiache), che però vengono ridimensionate dall’apollineo, cioè dalle regole imposte dalla società e dalla razionalità, è facile comprendere il perché ho sottoposto alla vostra attenzione questi brevi passaggi dei due uomini di scienza.
    Detto questo, tornando a Nietzche, egli riteneva che l’essere umano desiderava soddisfare le proprie pulsioni, realizzarsi in questo mondo. La morale lo ha invece spinto a credere in una specie di anti-mondo, lo ha portato ad allontanarsi dalla sua natura originaria, che è terrestre. Ma la natura si è vendicata e gli istinti si sono rifugiati all’interno dell’uomo. Nietzsche ha anticipato qui Freud: ha scoperto la resistenza degli istinti e delle pulsioni, la impossibilità di annullarli con la forza della coscienza e della morale. Ed ha scoperto che, se non sono liberati per vie naturali, essi possono esercitare un’azione ancora più perversa. L’uomo appare così a Nietzsche come un "animale malato". Orbene, per liberare l’uomo da questo nichilismo (nella sua storia l’Occidente ha progressivamente negato i valori vitali), Nietzsche propone una trasvalutazione di tutti i valori, una nuova tavola di valori che realizzino l’ideale della "grande salute". Per poterla attuare, egli ha elaborato i concetti di volontà di potenza, superuomo ed eterno ritorno. In” Così parlò Zarathustra”, Nietzsche mette in bocca a Zarathustra la dottrina della "morte di Dio", che è l’inizio della liberazione da tutti gli idoli metafisici. L’uomo vivrà felice e libero quando si sarà liberato da tutti i legami, anche da quelli stessi di "uomo" e "umanità". "L’uomo deve essere superato" affinché arrivi il Superuomo. Il superuomo sarà un essere libero, che agirà per realizzare se stesso. E’ un essere che ama la vita, che non si vergogna dei propri sensi e vuole la gioia e la felicità. E’ un essere "fedele alla terra",( fedele!!!) alla propria natura corporea e materiale, ai propri istinti e bisogni. La "fedeltà alla terra" è fedeltà alla vita e al vivere con pienezza, è esaltazione della salute e sanità del corpo, è altresì affermazione di una volontà creatrice che istituisce valori nuovi (ecco il vero significato della volontà di potenza). Non più "tu devi", ma "io voglio". Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, considerando che le mie posizioni possono essere apparse impopolari e/o moraliste, ma alla luce di quanto ho provato in qualche modo a sintetizzare, credo che, pur confrontandoci su piani diversi, non potremo, né sarebbe necessario, elaborare una teoria deontologica sulla quale basare i nostri convincimenti. Così come non ritengo necessario farsi scudo di modelli a cui attingere, se non mettere in gioco il proprio vissuto e la propria capacità di mettersi in gioco, qualsiasi sia il giudizio che le convenzioni della società e dei nostri tempi possano affibbiarci.

    Mi scuso per la prolissità.

    Carmen

  22. CristinaKhay ha detto:

    E’ davvero molto interessante l’approfondimento che Carmen ci ha offerto, la lettura è stata scorrevole e piacevolissima. Desidero soffermarmi su quanto segue, che secondo me è il vero nocciolo della questione:

    E’ un essere che ama la vita, che non si vergogna dei propri sensi e vuole la gioia e la felicità.

    Questa articolazione di Nietzsche, per quanto raggiunta con una articolazione di pensiero non indifferente, non fa che confermare quanto fin qui si è delineato nella discussione… chi per un verso e chi per l’altro ha messo in luce quanto sia importante lo stare bene con sè stessi, senza vergognarsi per essere come si è, cercando per quanto si può di vivere nella gioia e nella felicità. Se a me fa felice mangiare la pastasciutta, non vedo perchè debbano mangiarla tutti se a loro non piace. Trovare il proprio personale equilibrio nella felicità è la scommessa che siamo chiamati a vincere.
    Si è soliti confondere la responsabilità con la colpa, ma solo chi ha una consapevolezza del largo raggio d’azione che le esperienze inducono può serenamente affrontare le onde della vita. Con le esperienze volutamente attratte dal personale atteggiamento che abbiamo nei confronti del mondo ( tutti noi attraiamo esperienze che confermano i nostri pensieri, buoni o cattivi che siano, costringendoci a vivere tutti gli aspetti del nostro particolare modo di essere) gli aspetti più granitici del mentale si disgregano a poco a poco costringendoci ad analizzare, a capire ed in seguito valutare per la SCELTA di quale sia la strada più breve per il proprio star bene. Ognuno di noi sperimenta il mondo che crede, e nella credenza, lo crea continuamente e perfettamente. Sia che si tratti di paura ( ho paura di essere tradita, ci penso spesso ed attuo meccanismi e comportamenti che cercano di allontanare questa paura e questa esperienza ) sia che si tratti di convinzione che il mondo maschile è libertino per geneticità 😉 entrambi questi modi di pensare attrarranno l’esperienza del tradimento del partner confermando la propria personale realtà solo per il fatto di averne richiamato la frequenza con il proprio pensiero.
    Perciò affermo che non ci sono vittime o vincitori, ognuno attrae il mondo che gli è emotivamente congeniale, ossia, quello nel quale dimostra di vivere col pensiero e con l’emozione per la maggior parte del tempo. E’ il nostro pensiero a fare la differenza, e non gli altri. In una conversazione di tale portata la cosa più piacevole è osservare i diversi mondi nei quali sono immersi gli attori/autori delle proprie convinzioni, riconoscendo l’esatta rappresentazione dei vari copioni o ipnosi interiori.
    Questa è la mia 🙂

  23. CristinaKhay ha detto:

    Ops…perdonate l’errore di battitura… la parola Articolazione si è intromessa a “tradimento” dove non richiesta :)))
    Leggete correttamente:

    “Questa affermazione di Nietzsche”

  24. PostIda ha detto:

    Osservatrice come sono, la mia attenzione viene adesso catalizzata dall’immagine del dipinto che Lorenzo ha scelto, non a caso, a corredo di questo post. Si tratta di un’opera del Veronese, facente parte di quattro scorci provenienti da un soffitto, realizzata per l’imperatore Rodolfo II, probabilmente in occasione di un evento nuziale. L’opera fa parte delle quattro allegorie dell’amore ( infedeltà-disinganno-rispetto-unione felice) e l’interpretazione che viene data dalla critica è piuttosto diversificata. Tuttavia, la più accreditata è che i quattro dipinti rappresentino, in contrapposizione, a due a due, le pene e i piaceri dell’amore: la gioia ed il disinganno, la fedeltà e l’infedeltà. Ora, osservando attentamente il dipinto, si nota innanzitutto la donna, stranamente di spalle e sensualmente riprodotta con il fondoschiena scoperto. La valenza erotica di questa posizione che l’artista ha scelto per la sua opera, è fortissima, non tanto per la nudità scoperta, bensì per quel che avviene oltre la donna. Ad un’analisi più attenta, i due uomini che le stanno accanto, sono coperti, almeno nella parte che dovrebbe spiegare i loro movimenti, giacché non pare che essi stiano solo guardando il corpo di una donna avvenente, la cui procacità è percepibile solo da quel che l’artista ha voluto si vedesse, ma che trapela dallo sguardo dei due, uno dei quali pare rivolto verso l’alto, quasi a definire una valenza soprannaturale a quell’evento. La donna, che pare sospesa in aria, ma sorretta per i polsi dai due uomini, trasmette, nella plasticità della muscolatura posteriore, un fremito particolare, che pare coinvolgere anche lo spettatore a quella scena di sesso. Si, perché proprio di una scena di sesso si tratta, se si fa attenzione al piccolo putto collocato in asso sulla sinistra, che le sorregge la gamba, poco più su della caviglia, quasi ad accentuare la divaricazione delle gambe della donna. L’altro putto, invece, pur restando solo a guardare ciò che si consuma sotto i suoi occhi, sembra partecipe, immagino interpretando Cupido, con il coinvolgimento emotivo di cui è capace e che, a causa della forte carica erotica che percepisce, non può che essere partecipe della scena, seppur solo a livello emozionale.
    Questa mia breve analisi del dipinto, considerando che è stato elaborato in pieno Cinquecento, mi fa riflettere su quello che doveva essere, nell’intento del Veronese, la sua convinzione circa la fedeltà. Senza dubbio di elasticità mentale piuttosto ampia, se è riuscito a concepire una scena così erotica, e per i suoi tempi estremamente trasgressiva, in cui si colloca il concetto di infedeltà esclusivamente su piano della sessualità.
    Che altro dire, se non complimentarmi ancora con quel “ diavolo” d’un Lorenzo, che è riuscito a scovare un’opera d’arte e sistemarla ad hoc nel punto giusto?
     

  25. PostIda ha detto:

    Ehm…errore di pattitura Cristina? Errore a tratimento? Noooooo…tico solo che oltre at essere fetifraca, sei anche fetigrafa.

    :-))

    Cafcar

  26. CristinaKhay ha detto:

    Ahahahah…accidenti Carmen…fetigrafa non me l’aveva mai detto nessuno finora … ahahah…

    :)))))))))))))

    Buona giornata a tutti

  27. jmarx ha detto:

    premetto che sui temi amorosi, vale la libertà di coscienza, quindi parerò della mia esperienza: c’è un tale desiderio, da parte mia, per l’altra mia metà, che nemmeno col pensiero mi sono capitate infedeltà di sguardi o di situazioni, nemmeno immaginative. E’ come se il corpo avesse conosciuto degli orizzonti di complicità, che annullano proprio a livello esistenziale l’aspetto erotico del resto del mondo, poichè inferiore. oggi.

    appartenersi è qualcosa di inspiegabilmente completante.

    saluti
    Jm

  28. DomusLaurentii ha detto:

    La conversazione si sta sviluppando toccando ormai confini molto suggestivi, anche se rilevo ancora la difficoltà di partecipazione, costruttiva in questo mondo virtuale di Splinder, e la mancanza di “uomini” che contribuissero, non alla soluzione del quesito, di per stessa irrisolvibile…
    Ogni tanto si è voluto ribadire la soggettività dell’opinione quasi avvalendosi della facoltà della valorizzazione della propria posizione, e anche la propria esperienza, il proprio vissuto è da intendere, secondo me, come strumento di conoscenza, e di intendimento, o meglio di “lubrificante” di meccanismo dialettico interiore ed inter-personale, e non “fissa” come atto di “autodeterminazione di verità”…
    I vissuti restano quindi contributi, che da soggettivi diventano oggettivi, per poi ricollocare la soggettività…depurata…o integrata..
    È un percorso ..non una destinazione…(come sottolineava Claudine)
    Premesso questo…andiamo avanti…vorrei intervenire per opinioni….

    A) Sullo spunto di un intervento di Carmen
    Il suo preambolo sulla genericità del concetto di fedeltà mi può star bene, anche se concordo anche quanto detto da Carotenuto e da me evidenziato nel post..è un destino da cui no si fugge….
    Ma il discorso che sostiene Carmen, e che contesta la non singolarità dell’applicazione sulla coppia, io ritengo questo, significatamente particolare invece.
    L’Ente…Coppia…chiamiamola così è contornata e intrisa di una serie di elementi non riscontrabile nelle altre situazioni, come la professione, l’idea…ecc…
    Nella Coppia…c’è una fusione di flussi, che spesso, noi, per non sapere definire, diciamo “magici”…provo a indicarne alcuni…sentimento, stima, amicizia, attrazione carnale, complicità, condivisione, sesso, piacere, orgasmo, e spesso procreazione…(fine primo e ultimo, e secondo la natura…naturale…di una coppia)…per meglio dire il rapporto di coppia è l’esistenza, al fondo di una attesa.
    Una attesa di completezza, di riunificazione, di totalità.(qui ci si può sbizzarrire su una serie di teorie, personali o ufficiali, la magia del “senza tempo” da me spesso intrapresa nei mie tentativi di poesia …ecc)…che riconduce alla versione platonica dell’antichissimo mito dell’androgino…di cui la proff Carmen, ci delizierà (meglio di me…che resto sempre un idraulico…ehehe) nell’illustrazione…del “casus”..
    La coppia è un progetto di fusione…in effetti…
    Dove ogni “concio” di questa architrave…secondo il mio parere, può avere la caratteristiche di“sacro” e di “profano”…come dire (passatemi la definizione, e passatemi la non effettiva complementarità) che il fine giustifica i mezzi…

    Questo continuo , invece, ricerca di definire l’amore…secondo gli elementi che conosciamo… ci porta a non “penetrare” l’essenza dell’evento…
    Ovvero il vero amore…perfezione…piacere….paradiso…
    È un inganno storico e filosofico.
    L’amore è amore….punto e basta….ovvero una incognita…ma un evento destabilizzante dell’autonomia personale…
    E questo avvicinare l’amore al divino…inteso di religioso non mi trova d’accordo..
    Se invece si vuole intendere divino come sovrannaturale…mi trova d’accordo…
    Alberoni fa un distinguo tra amore e innamoramento, che per certi versi può essere preso come oggetto di riflessione che potrebbe spiegare alcuni passaggi…nel transfert amoroso..
    “Si può amare più di una persona…si può essere innamorati di una persona per volta” perché l’innamoramento è vera rivoluzione, è vero travolgimento, è temporale e non pioggia, è tsunami, e non onda, è uragano e non vento….
    Nell’innamoramento non ci sono vuoti…nell’amore invece si….
    Non esiste la parzialità o la totalità dell’amore…esiste l’amore…
    la coppia, e il legame, inutile negarlo, è molto attento alla carnalità ovvero alla sessualità…
    spesso si intende…”non c’è amore senza sesso, non c’è sesso senza amore”…
    definizione dalle caratteristiche concettuali molto femminili…
    anche se su questo avrei molto da dire…
    ribadisco, l’importanza delle sessualità nell’ENTE COPPIA….
    Chiaramente sviluppabile in diverse maniere..
    Ma resta un cardine importante..
    Di cui la fedeltà e l’infedeltà, non ne possono che dipendere in modo compiuto…
    La sfera erotica, e il suo coinvolgimento nell’attività umana è importantissima, e secondo me una delle chiavi più importanti del tradimento…reale…sia esso di pensiero sia esso consumato sia esso in termini di desiderio …
    Ed una delle chiavi più importanti che fanno comprendere il fenomeno del tradimento e spesso giustificarlo, e cercarlo….

  29. PostIda ha detto:

    Eccoti accontentato, caro il mio ” idraulico” ( non lo chiamo come lo definisce la mia terribile governante Cafcar):
    Platone narra nel mito dell’Androgino, contenuto nel Simposio, il motivo della ricerca di una persona con cui stare tutta la vita.
    Vi era infatti un tempo in cui esistevano tre generi: Maschio, Femmina e Androgino, che aveva entrambi i connotati. Aveva una forma rotonda, perfetta, quattro gambe e quattro braccia e due teste. La spiegazione per questi tre generi era che il maschio discendeva dal sole, la femmina dalla terra e l’androgino dalla luna, che partecipa sia all’Idea del sole che della luna. L’androgino era felice, poiché completo.
    Ma Zeus e gli Dei erano gelosi della loro felicità, e si riunirono a consiglio: non potendo annientarli come avevano fatto con i giganti, né lasciarli vivere a quel modo, Zeus decise di spaccarli in due. Avrebbero camminato eretti, su due gambe.
    Ma quando l’organismo umano fu diviso in due, ciascuna metà cercava la propria e cercavano di tornare di nuovo insieme. E quando una metà moriva e l’altra restava in vita, questa ne cercava un’altra simile. Ma morivano così di fame e accidia.
    Zeus allora, impietositosi, trasferì i loro genitali sul davanti, così da costituire per loro mezzo il processo di procreazione. In questo modo una volta appagati gli uomini sarebbero tornati al lavoro, permettendo quindi la sopravvivenza.
    Ognuno di noi così è una metà dell’uomo tagliato. O della donna tagliata.

  30. PostIda ha detto:

    Ovviamente, aspetta ch’io affili le armi, per rispondere alla tua disquisizione ” alberoniana”.
    Intanto, noto con piacere, che abbiamo un nuovo ospite, nella Domus…non facciamolo scappare ragazze eh? ( io intanto metto la password al pc, così la Cafcar non mette mano ai commenti).

    🙂

    Carmen

  31. DomusLaurentii ha detto:

    B) sullo spunto dell’intervento di Simona
    Il suo inquadrare il problema, la sua analisi, e la sua soluzione, nei termini di libertà mi trova d’accordo. Anche se la libertà che intendo io, anche se molto “egocentrica”, nei termini di comunione, sia essa familiare, sia essa amicale, sia essa amorosa…debba intenders come libertà di rispettare la libertà dell’altro..come dire un egoismo complice…
    Dove il possesso strumentale si diluisca fino ad evaporare, e che ci si sostenga con la complicità degli intenti, liberi che siano…

    L’esempio “divertente” della definizione di fedeltà/infedeltà del suo amico…è in effetti il ricorrente esempio e classico caso di “gallismo”esasperato….perchè nella risposta non c’è compartecipazione di “emozioni” ma solo una unilaterale visione della sfera femminile “puzzle” della propria attività..un certo “machismo”…dovuta alla giovane età (…spero che non si rioffenda la Simo)….ma devo dire che è ricorrente nell’uomo…
    Purtroppo per noi…

    C) sullo spunto dell’intervento di Cristina

    di cui uno stralcio..
    “Con le esperienze volutamente attratte dal personale atteggiamento che abbiamo nei confronti del mondo ( tutti noi attraiamo esperienze che confermano i nostri pensieri, buoni o cattivi che siano, costringendoci a vivere tutti gli aspetti del nostro particolare modo di essere)…..(omissis) Ognuno di noi sperimenta il mondo che crede, e nella credenza, lo crea continuamente e perfettamente. Sia che si tratti di paura ( ho paura di essere tradita, ci penso spesso ed attuo meccanismi e comportamenti che cercano di allontanare questa paura e questa esperienza ) sia che si tratti di convinzione che il mondo maschile è libertino per geneticità 😉 entrambi questi modi di pensare attrarranno l’esperienza del tradimento del partner confermando la propria personale realtà solo per il fatto di averne richiamato la frequenza con il proprio pensiero.
    Perciò affermo che non ci sono vittime o vincitori, ognuno attrae il mondo che gli è emotivamente congeniale, ossia, quello nel quale dimostra di vivere col pensiero e con l’emozione per la maggior parte del tempo. E’ il nostro pensiero a fare la differenza, e non gli altri.”

    Mi sfugge, e in un certo senso mi inquieta questo concetto di “attrazione” legato al“richiamare”…potrebbe essere che non capisca io, ma leggo in questo lungo passaggio di Cristina la convinzione che ogni cosa che capita…capita perché l’abbiamo pensata…
    Qui siamo traditi, perché pensiamo troppo al poter essere traditi…e quindi creiamo una certa energia che attrae quello che noi pensiamo…
    Se pensiamo fortemente una cosa…la otteniamo con la forza del pensiero, intrinseco…
    Questo concetto di pensiero “gestore della vita” lo ritrovo di frequente nell’ultima Cristina, e che mi lascia pensare e quindi analizzare il tutto.
    Io, che da sempre sono stato un assertore del pensiero cartesiano, e quindi della centralità di esso…
    Ritengo che il pensiero, è elemento per “discernere” per valutare..e quindi rendersi disponibili al raggiungimento di quel pensiero…
    E il pensiero per attrarre altri pensieri simili, il pensiero per ritrovarsi….si…ma non per emettere radiazione attrattive o repulsive…
    Il pensiero come elemento di seduzione, di persuasione, di confronto, di scontro…
    Tanto per dire, alla fine poi tra simili ci ritroveremo…
    E l’attrazione non è dovuto ad un campo magnetico energetico…ma soltanto dalla mia capacità di attrarre…
    Ciò che ottengo con il pensiero, è dovuto alla forza del pensiero che io ho per me, che mi permette di volere, di procedere, di insistere…per arrivare alla meta…
    Come dire…”volli…fortissimamente volli”
    Il pensiero è una bussola per trovare la strada, e non la strada è creata da pensiero, e si fa trovare solo perché la pensiamo…

    Lorenzo

  32. DomusLaurentii ha detto:

    D) sullo spunto dell’intervento su Nietzche di Carmen…di cui riporto un importante stralcio:

    “L’uomo vivrà felice e libero quando si sarà liberato da tutti i legami, anche da quelli stessi di “uomo” e “umanità“. “L’uomo deve essere superato” affinché arrivi il Superuomo. Il superuomo sarà un essere libero, che agirà per realizzare se stesso. E’ un essere che ama la vita, che non si vergogna dei propri sensi e vuole la gioia e la felicità. E’ un essere “fedele alla terra”,( fedele!!!) alla propria natura corporea e materiale, ai propri istinti e bisogni. La “fedeltà alla terra” è fedeltà alla vita e al vivere con pienezza, è esaltazione della salute e sanità del corpo, è altresì affermazione di una volontà creatrice che istituisce valori nuovi (ecco il vero significato della volontà di potenza).
    Non più “tu devi”, ma “io voglio”.”

    Perfetto…come al solito la Carme ha saputo sintetizzare, analiticamente, il nocciolo della situazione “esistenziale”…di cui ho fatto cenno, prima e poi inserendomi con Freud..
    Partendo dall’uno o dall’altro, con i dovuti distinguo tra un medico ed un filosofo…è in questo tormento tra IO, ES, e EGO…di Freud, che si sviluppa il nostro difficile percorso folle, tra coscienza, incoscienza, ed esterno…
    In questo flusso trifasico…l’obbiettivo è alla fine per entranbi dare ancora un valore maggiore a quell ‘IO cartesiano, di cui il contenuto era solo pensiero…
    Qui c’è tutto, c’è l’esperienza, i sogni, le illusioni, gli istinti, le leggi, la morale…c’è l’univero dei sentimenti e delle emozioni…
    In questa ricerca nell’io, del SUPER IO, il piacere prende una parte importante…
    Il piacere del piacere.
    Il piacere di piacere.
    Il piacere di piacersi.
    Il piacere di vivere…

    Nel piacere, si trova la vera fedeltà alla terra, alla vita…
    Nel piacere si ritrova il piacere della natura di trovare il suo equilibrio naturale…
    E in questo percorso infatti che io introducevo…il concetto di tradire e/o tradirsi…

    Ritengo che prime di tutto è necessario non tradirsi, ovvero fare questo percorso intimo e “cogitans” per seguire o ritrovare le nostre “tracce”…
    La nostra ANIMA….
    E questo percorso di fedeltà a se stesso (fedeltà assoluta ) si incrocia ad altri fedeli di se stessi…e nel rispetto di queste fedeltà e nel rispetto di questi percorsi, che la infedeltà relativa passa in secondo piano…non è un fine ma un mezzo…
    Lorenzo

  33. DomusLaurentii ha detto:

    relativamente all”ottima analisi grafica del dipinto del Veronese, fatta da Carmen…
    ma chi è il tradito e chi è il traditore…?non credo che si possa pensare che questa allegoria preveda soltanto una “orgia” a tre…
    e i due putti….sono l’angelo e il demone?
    la tentazione e la assuefazione?
    e cosa rappresenta quel qualcosa che ha in mano la donna nella mano sinistra?

    vediamo…un pò….

  34. DomusLaurentii ha detto:

    scussate vossignoria…so gaspare…l’inggeniere è sortito…se prenne na bagnarola de acqua…quanno piove su sta casa….

    Porcapaletta…quantu chicchieranu qua dentru…pure stavorta…non cè capiscu un kazzu… roba de corna…me sembra davé capitu…corna ke fannu male, e corna ke fannu bene…i so che le corna dellu mondone fannu male sembre, me recordu bene quanno avevu le pecore.
    Ma nun capisco la tedescona…come se chiama, cafcar…(commeme stimola!!!!) me sa tantu ke quella quanno sende na mano dò dicu i, altru che stronzate, diventa come la mi silvana, che belava come una cagna…

    Fa la moralista…ma per mi, poi semo tutt eguali, omini e femmone…
    Cè piace…e basta..

    me recordo quanno lavoravo dar SorAgusto ai piani d’arcinazzo…aveva decimla pecore, arcune proprito belle,e bella era pure moglie, la SoraBice…stava sempre nella stalla, e guardea sembre quello che i facea, dicea per controllà, ma pure quanno me veniva voglia di piscià?e quanno la guardea, era propriu bona, tra le zinne…sembre de fore, e le cosce, sempre de fora…e io le disea devo annà sora Bice..lei repetea…io sono fedele….io so fedele…

    Allora capii che non avevo capito….la sora Bice se chiamea SoraFedele…

    Ma quanno nu jornu la soraFedele, me se avvecinò e me prese per manu e me la mise tra le zinne, io tradii la mia silvana e me trovai a giocare a pelle con la sorafedele..che repeta sono fedele….aho…altro che ova…diventai tuttossa..

    E quanno la chiamea sorafedele e le mettea la manu tra le zinne…se encazzea e rossa me disea sono sora Bice…

    Era na bella niocca…la sora…che ne so….allora capii che fedele…voleva dì…ciò voja del fa pelle….
    Poi nu jornu arrivo l’ingeniere e me portò con issu

    Ma non aju capitu na cosa…ancora…ogne vorta che me capeta na femmona che me dice i sò fedele…je metto na manno nelle zinne…e me prenno nu schiaffu sulli denti…e se sganascianu de risate…
    Capitu…nun capiscu propriu un cazzu ma allora…che vor dì fedele…
    Menu male…ke qui…facciu l’idraulicu, e so tutte madame con lu nome, pure strane, ma lu nome ce l’hannu…
    Ma l’inggeniere…quannu gli chiedu che vor di…fedele…me dice…de continuà a nnaffia li cetrioli….

    Vostro idraulico…
    Gaspare

  35. DomusLaurentii ha detto:

    @Jmarx

    Grazie del tuo intervento e del tuo intervenire Jm…
    Molto bello quello che dici…in effetti è l’apoteosi del rapporto di coppia di cui io dicevo pocanzi, quella fusione intensa e integrale…
    Tutto molto efficace quello che dici..,..ma una parola mi ha attratto in modo particolare…
    “oggi”…

    Hai fatto un bellissimo disegno della tua emozione, e poi ci ha tenuto a datarlo…

    Ed io, in questa tua datazione, trovo la tua verità di pensiero, la tua genuinità di quanto dici…il tuo vero coinvolgimento in questa bellissima storia “fusione”

    Comprendo bene quello che provi, è incontrovertibile quello che senti e che pensi, quello che non ti manca, e quello che ti riempie…

    Oggi…

    È questo in effetti, il baricentro della conversazione…
    Amore o innamoramento…amore assoluto amore relativo….

    Potrei chiederti…da quando tempo vivi questo incanto…potrei chiederti quanti anni hai…
    Se sei nella fase dell’innamoramento o dell’amore…?
    Ma in quell’oggi secondo me, come nelle tue poesie, dove il lessico è sempre così importante…tu racchiudi il mistero dell’amore…
    Con stima
    Lorenzo

  36. CristinaKhay ha detto:

    Caro Lorenzo…
    voglio solo farti notare un passo del tuo intervento 🙂

    Ciò che ottengo con il pensiero, è dovuto alla forza del pensiero che io ho per me, che mi permette di volere, di procedere, di insistere…per arrivare alla meta…
    Come dire…”volli…fortissimamente volli”

    ed ecco il pensiero persistente…

    che come un effetto domino porterà ad altri pensieri simili, ad occasioni materiali in linea con lo stesso pensiero ed infine all’azione..

    ecco la frequenza…

    la natura è semplice…
    se poi vogliamo complicarla…è un nostro piacere farlo… ma non una necessità… 🙂

  37. claudine2007 ha detto:

    “Si può amare più di una persona…si può essere innamorati di una persona per volta” perché l’innamoramento è vera rivoluzione, è vero travolgimento, è temporale e non pioggia, è tsunami, e non onda, è uragano e non vento….

    La bellezza di questa domanda, mi avvolge, come in un manto di piume…
    Prima che possa travolgere l’uragano che dentro produce interminabili questioni… insolute… silenti!

    In ogni apporto a quest’interessante discussione si fa riferimento al sesso maschile ed al sesso femminile: anatomicamente parlando.
    Ma lo Spirito/Anima/Mente, di che sesso è? Ve lo siete già chiesto… quando osservate le vostre fattezze attuali davanti allo specchio della vostra Anima?

    Perdonatemi l’insolenza nel voler riportare l’argomento in discussione verso concetti spirituali (o teofilosofici)… Platone nel mito dell’Androgino citato da Carmen, non cerca solo forse di dare una “visione d’un ipotetica indissolubilità d’entrambi i sessi” a livello fisiologico? … o forse, aveva intuito che Spirito/Anima/Mente è unicamente pura essenza di Luce ed Energia, asessuale… quindi totalmente distaccato dal concetto ontologico di “Essere carnale”…
    Il principio d’individuazione (determinazione ultima e compiuta della materia) nella quale il fattore fondamentale è il carattere intrinseco che costituisce l’esistenza di ogni Essere nella sua “materialità”, conduce ad un sentiero individuale atto a permettere la realizzazione di se stessi (C.G. Jung)… In questa “realizzazione” (che mi piace chiamarlo Sentiero) si presentano esperienze molteplici… nella sessualità espressa, repressa, agognata, sublimata… possiamo riportarvi ogni status mentale e fisico.
    Ma ora mi ricollego alla discussione iniziale, cercando di portare qualche spunto in più di riflessione per avvalorare ciò che precedentemente è stato scritto con grande perspicacia e indiscutibile competenza…

    Lorenzo resta un po’ turbato dal riferimento di Cristina circa “all’attrarre esperienze che confermano i nostri pensieri… dando seguito a reazioni diversificate positive/negative…”
    Quest’affermazione di Cristina mi ricorda la “Legge dell’Attrazione” ampliamente discussa nella teoria quantistica:
    codice che ci permette di proiettare fuori dalla nostra Mente/Anima/Spirito (realtà apparente) qualsiasi scenario… per poi attrarre verso di noi la reazione.
    E’ scientificamente provato che le possibilità della nostro Mente/Anima/Spirito sono illimitate… incommensurabili… purtroppo io non sono in grado di portare chiarimenti specifici circa la teoria quantistica.
    Dan Rather cerca di spiegare il coinvolgimento di Cervello e Mente nella nuova scienza della “neuro-plasticity” http://www.hd.net/drr313.html (vi lascio il collegamento dove il filmato è estremamente chiarificatore).
    Quindi, se a livello celebrale possiamo modificare la struttura delle Emozioni, aumentando le Emozioni positive e diminuendo/controllando quelle negative siamo in grado di letteralmente cambiare la nostra intiera esistenza.
    Torno dunque indietro di un ulteriore passo… in sintonia con la “compassionevolezza” in uno stato di estrema chiarezza ed AMORE indistinto nei confronti di ogni Essere (attraverso la meditazione), le frequenze celebrali cambiano “il nostro cervello”…
    Possiamo quindi iniziare a “coltivare” una visione pro-positiva mentale trasformando nel nostro cervello le emozioni (che possono mediante l’esercizio essere controllate!) in trasmutate in emozioni positive…
    Dunque, ciò che Cristina esprimeva è la irrazionalità del pensiero umano atto unicamente a mantenersi collegato con modelli mentali passati dalla quotidianità. Vi è poco spazio per frasi come “sentirsi bene” “essere felici” “stare bene” (basta leggere le manifestazioni del post precedente!) Tutto ci riconduce a sentimenti di negatività, di dolore, di odio, di commiserazione, di vendetta, di astio…
    Ci vuole non poco sforzo per riuscire a “staccarci” da tali preconcetti che non fanno null’altro che inquinare i nostri pensieri portando unicamente a focalizzare negatività!
    Pure io sostengo la filosofia di René Descartes, pur non condividendo l’affermazione che l’animale non possiede Anima (ma questa è un’altra discussione) quindi sottolineo giustamente con convinzione quanto scritto dal nostro ospite (cito):

    “Io, ritengo che il pensiero, è elemento per “discernere” per valutare..e quindi rendersi disponibili al raggiungimento di quel pensiero…
    E il pensiero per attrarre altri pensieri simili, il pensiero per ritrovarsi….si…ma non per emettere radiazione attrattive o repulsive…
    Il pensiero come elemento di seduzione, di persuasione, di confronto, di scontro…
    Tanto per dire, alla fine poi tra simili ci ritroveremo…
    E l’attrazione non è dovuto ad un campo magnetico energetico…ma soltanto dalla mia capacità di attrarre…
    Ciò che ottengo con il pensiero, è dovuto alla forza del pensiero che io ho per me, che mi permette di volere, di procedere, di insistere…per arrivare alla meta…”

    … comunque sempre dipende DAL PENSIERO!!!
    Se questo pensiero ha fondamenta pro-positivi, felici, atti a portare amore e sentimenti buoni verso altri Esseri Viventi… gli stessi sentimenti ritornano, come ad effetto boomerang.
    Non tutti dispongono di una Bussola, Lorenzo, questo è il problema! Molti utilizzano altri parametri di giudizio, forse impregnati di sacralità misogine (taluni), fortemente bigotto (talaltro) ma maledettamente umano per tutti in ugual misura.
    Ed è vero, concordo con l’affermazione che (cito):
    “Si può amare più di una persona…
    si può essere innamorati di una persona per volta” perché l’innamoramento è vera rivoluzione, è vero travolgimento, è temporale e non pioggia, è tsunami, e non onda, è uragano e non vento…”

    Ma c’è amore ed AMORE… e torniamo alle definizioni: éros, filía, agápe (non nel dogma religioso)
    “Se amo più di un uomo/donna non sono fedele?”
    Bisognerebbe porre questa domanda a sua Santità il XIV Dalai Lama 🙂
    Forse la domanda dovrebbe essere: “Se desidero fisicamente/sessualmente più di un uomo/donna sono infedele?” … scindendo dunque ancora in un’ulteriore quesito: “Il desidero a livello Mentale è infedeltà?”
    E ancora: “Solo l’atto sessuale fisico con un altro uomo/donna (estraneo all’unione concettuale o di fatto) è da ritenersi infedeltà?”
    Nella definizione Madhyamika (filosofia più elevata del buddismo così definita in quanto evita i due estremi: il nichilismo e il fatto di credere che i fenomeni siano dotati di una realtà intrinseca)… non esiste l’infedeltà… tutto è unicamente
    una proiezione della nostra Mente!
    Una curiosità: l’intervento, delizioso, di Carmen su Nietzche mi ha “toccata” poiché forse proprio esprime alla meglio ciò che io sento (a livello psichico) quale “distacco dal samsara”…
    “L’uomo vivrà felice e libero quando si sarà liberato da tutti i legami, anche da quelli stessi di “uomo” e “umanità“. “L’uomo deve essere superato” affinché arrivi il Superuomo.”
    Eccedo nell’ignoranza… rivolgendo quindi una (sicuramente stupida) domanda a voi che siete eruditi in materia: di quale consistenza (metafisica) potrà essere questo Superuomo?

    Ma continuerò a permettere che le mie visioni dell’Anima creino scenari consoni a ciò che “dentro sento”… sublimando le Passioni della mia Anima.
    Non potrò quindi MAI TRADIRE me stessa… concederò alla fantasia di poter esaudire attraverso le proiezioni della Mente gli scenari che mi avvicinano alla Meta… il Sentiero sarà concepito passo dopo passo, in perfetta sintonia con il battito del mio cuore, con il coinvolgimento di chi mi osserva da lontano, di chi mi segue, di chi mi cammina accanto… giorno dopo giorno… anche virtualmente… poiché di questo è fatta l’Esistenza, un connubio di Magia e tracce dell’Anima.

    E se sarà l’Amore un giorno a separare il mio compagno da me, accetterò. Desidero solo che la sua Mente possa trovare il suo Sentiero… Nulla mi appartiene, neppure la mia stessa Vita. Siamo effimeri nel corpo, mentre la nostra Mente… è però immortale.
    Un abbraccio
    :-)claudine

  38. PostIda ha detto:

    Difficile, dopo così tante considerazioni espresse da ciascuno, riuscire a sintetizzare con un commento le proprie argomentazioni che mi sembrano già ampiamente discusse, anche se non sempre condivisibili. Partendo dall’analisi che Lorenzo fa del distinguo fra amore ed innamoramento, tengo a precisare che, nei rapporti di relazione, tale distinzione non fa una piega. Infatti io posso amare più persone ( amo più amiche, qualche collega, un ideale, una forma di conoscenza, alcune branche dell’arte, tantissimi libri), ma se m’innamoro è di una, ed una soltanto, che riesco ad innamorarmi ( non sto qui a dilungarmi sulla differenza). Ora, fatto salvo questo presupposto, il mio essere fedele in amore, così come nell’innamoramento, prescinde dall’oggetto della mia fedeltà: essere fedele non è una condizione, ma una libera scelta, che io opero, nel momento in cui mi accorgo di amare( quindi sono fedele alle amiche, ad un ideale, ad un libro, fino a prova contraria, ossia fino a quando smetto di amare…nel qual caso, abbandono l’oggetto del mio amore, dirigendolo e/o finalizzandolo verso altre fonti d’amore). Io sono convinta , poi, che in ciascuno di noi esista una sorta di coazione a ripetere, tant’è vero che, nelle situazioni più disparate della nostre vita, tenderemo ad assumere comportamenti e modi d’essere, per quanto modificati ed affinati, simili a quelli che hanno caratterizzato le nostre personali e precedenti esperienze. Quindi, se sono stata sempre fedele, nelle modalità che ho spiegato prima, tenderò ad esserlo sempre, anche perché, come spiegava molto maldestramente la mia focosa governante tedesca, ciascuno di noi è il risultato di un ambiente: geografico, sociale, politico, economico e quant’altro che lo ha forgiato, con tutte le valenze morali positive o negative che gli sono venute incontro, nell’arco della sua formazione. Certamente gli studi, le letture, le frequentazioni di ambienti diversificati possono in qualche modo smussare, ma non possono radicalmente operare una trasformazione in toto del nostro modo d’essere, pensare ed agire.
    Non riesco, per motivi di tempo, a rispondere a tutte le provocazioni ( Lorèèèèèèèèè…..sono provocazioni belle e buone) sollecitate nell’ambito della discussione, ma mi piace convogliare la vostra attenzione su alcuni stralci di opere, sui quali val la pena riflettere. Propongo quindi, una breve “ favola”, tratta dai Parerga e Paralipomeni di Schopenhauer, che spiega ottimamente, ricorrendo ad una metafora, la dipendenza affettiva in una coppia ( causa prima, non solo di alcune patologie, come quelle di tipo bordeline, ma anche e soprattutto dell’allontanamento, con conseguente tradimento dell’altro).
    "Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”.
    L’altro brano che voglio proporvi è di Herman Hesse:”C’era un innamorato che amava senza speranza. Si ritirò del tutto nella propria anima e gli parve che il fuoco d’amore l’avrebbe consumato. Perdette il mondo, non vedeva più il cielo azzurro e il verde bosco, il torrente per lui non frusciava, l’arpa per lui non suonava, tutto era sprofondato e lui era caduto in miseria. Ma il suo amore cresceva e lui avrebbe preferito morire e rovinarsi piuttosto che rinunciare al possesso della bella donna che amava. Sentì allora che il suo amore avrebbe bruciato in lui ogni altra cosa, e l’amore divenne potente e tirò e tirò, e la bella donna dovette obbedire, venne, e lui era lì a braccia aperte per attirarla a sé. Ma quando gli fu davanti si era del tutto trasformata, e con un brivido egli sentì che aveva attirato a sé tutto il mondo perduto. Era davanti a lui e gli si arrendeva, cielo e bosco e torrente, tutto gli veniva in contro in nuovi colori, fresco e splendido, gli apparteneva, parlava il suo linguaggio. E invece di conquistare soltanto una donna egli aveva tra le braccia il mondo intero, e ogni stella del cielo ardeva in lui e scintillava voluttà nella sua anima. – Aveva amato e amando aveva trovato se stesso. Ma i più amano per perdersi ", dove è chiara la causa della fine di un amore ( non lo commento, perché lascio alla vostra personale interpretazione) ed infine, ma non meno interessante, ( tanto per far felice la nostra Claudine, così tanto addentrata nella filosofia orientale) la storia d’amore di Tristano ed Isotta. In questo capolavoro della letteratura, alcuni critici hanno elaborato una teoria, che vi sottopongo:La bellezza e la modernità di questo capolavoro stanno proprio nell’annuncio che da delle problematiche che forgeranno l’anima cosciente: Goffredo di Strasburgo vuol proprio dire che non c’è modo, in una sola vita, di pareggiare e risolvere tutti i legami karmici.
    Se, infatti, si dà per scontato che l’essere umano vive una volta sola è molto difficile capire il significato della ‘fedeltà’, anzi è impossibile: sorgono delle contraddizioni insolubili quando, pur sapendo di avere delle responsabilità ben precise verso nostro marito o nostra moglie, vediamo sorgere nuovi legami non meno importanti. Quante persone, pur essendo sposate o comunque impegnate in un rapporto di coppia, si innamorano di qualcun altro?E che cos’è l’innamoramento?L’immagine del filtro magico che Giovanni di Strasburgo ci dà è un modo artisticamente perfetto per descriverlo: l’innamoramento parla il linguaggio perentorio del karma, sfonda le porte della coscienza per evidenziare che quell’essere umano che ci suscita un tale sconvolgimento interiore è legato a noi da lungo, anzi lunghissimo tempo.
    L’innamoramento è la pozione magica, l’incantesimo della necessità perché parla del passato karmico e come tale ha una potenza inerziale fortissima: per questo, quando il tempo spegne un po’ la passione e comincia ad emergere, magari tra difficoltà e fatiche, che cosa il nostro Io superiore vuole realizzare come karma futuro insieme a quella persona, spesso tutto si rompe e non ce la facciamo a sostenere la libertà”.
    Detto questo, non mi resta che augurarvi buona giornata e, se posso, torno a risolvere il dilemma di Lorenzo, riguardo il misterioso oggetto che la donna del dipinto del Veronese, stringe nella mano sinistra ( sembra un tavoletta bianca, con qualcosa inciso, ma non mi è dato di conoscerne l’identità….)provando, qualora e se dovessi riuscirvi a spiegarvene il significato.

  39. PostIda ha detto:

    Dimenticavo: benvenuto al nostro nuovo ospite, ( finalmente qualcuno che la pensa come meeeeeeee)il cui contributo è eccezionale, sia per la capacità di sintesi di cui è stato capace, sia perchè è riuscito, attraverso la sua personale esperienza, a spiegare quanto e come si può essere fedeli, quando si è completamente ” coinvolti” in un rapporto d’amore. Sintomatico, come ha giustamente sottolineato Lorenzo, quell’ “oggi”, che definisce, in maniera inconfutabile, l’ineluttabilità delle cose, che hanno un inizio, un decorso, ed una fine anche se, aggiungo io, non necessariamente.

    Buona giornata a tutti.

    Carmen

  40. StregaLunare ha detto:

    Buondì
    In questa discussione sono un po’ arrivata in ritardo.
    E’ bellezza leggere i vostri commenti, il vostro pensare….mi complimento con tutte/i i/le frequentatori/trici di questa stanza, opssssss di questo salotto.

    Caro Lorenzo
    Ogni volta sai come penetrare la mente con le tue argomentazioni…

    Vedrò di dire la mia a riguardo la fedeltà/infedeltà con un mio pensiero che sarà un po’ contorto…. 🙂

    Ho sempre sostenuto che l’infedeltà sopraggiunge quando un soggetto uomo o donna che sia
    non è più soddisfatto da ciò che ha vicino; quindi cerca al di fuori delle mura domestiche quella sana voglia di vivere.
    Credo poco in quelle persone che tradiscono e vanno dicendo ”ma io amo la persona che ho sposato o che vive con me “
    ( balle …sono balle belle e buone…è solo un modo di non riconoscere i propri limiti e il proprio fallimento di coppia )
    La fedeltà/l’infedeltà è davvero soggettiva, apre dei meccanismi particolari: c’è chi è infedele per natura, casomai è infedele a sé stesso ( pur riconoscendolo o non); perché ama trasgredire, ama il vivere quel sano peccato fatto di pura adrenalina…la cosa che mi chiedo è del perché le persone di questa categoria e che conoscono il proprio vivere un bel giorno decidono di fare le cose serie ( quanto durano?Perchè i parenti o la società ti chiede che è l’ora che metti la testa a posto?)
    “Il Lupo perde il pelo ma non il vizio” dice un vecchio proverbio popolare, ed io sono perfettamente d’accordo….se ad una persona piace tradire lo farà sempre, perché è nella sua natura; (ama succhiare il midollo della vita ).
    E c’è chi è fedele perché è nel suo stile di vita o perché crede ancora nell’amore
    Se si ama profondamente una persona penso che diventi davvero difficile l’idea di tradire proprio perché ci si sente di tradire noi stessi.
    E non credo che sia una questione di morale o di insegnamenti legati alla religione, né legata al possesso…no è solo amore, quell’amore che appaga cuore, mente e anima…
    Quanto dura?
    Anche una vita.
    Forse bisogna provare l’infedeltà e la fedeltà sulla propria pelle per capire quel che questa vita ci “ dona”.

    Dalila

  41. TerribileStella ha detto:

    “spesso essere Fedeli verso l’altro significa essere Infedeli verso se stessi” Beh penso proprio che sia così per non tradire te, tradisco me e quello che voglio, mi reprimo e per la tua presunta felicità metto in gioco la mia…
    “ogni essere umano appartiene a se stesso prima che a chiunque altro” un concetto che secondo la religione cattolica si annulla dopo il matrimonio, momento in cui, sempre secondo la chiesa cattolica, le due anime (quindi i due corpi) diventano una sola cosa, quindi si possesso incolato e vincolante l’uno dell’altra, finché morte non li separi…

    “dove inizia l’infedeltà?”
    Sapete a pensarci bene bene è tanto difficile rispondere, perché come per ogni emozione non esistono regole standard, canoni da seguire, anche perché che infedeltà sarebbe, che tradimento sarebbe, se seguisse un percorso dettato?
    Il tradimento talvolta avviene prima nello spirito, nella mente, nel pensiero che lentamente si fa tarlo fino a scavarti l’anima e condurti a una scelta, che è quella fisica dell’atto o dell’astinenza.
    Se seguo il percorso fatto leggendo (per adesso solo il post) credo che sia desiderando, sia passando all’azione, si dia inizio all’infedeltà, ma verso due persone, noi e il/la nostro/a compagno/a.
    Perchè se l’atto del tradimento viene compiuto, si manca di fedeltà al partner, ma nel caso si decida di desiderare per tutta la vita il vicino o la vicina, senza mai compiere nulla di fisico, ecco che qui si torna al punto critico? Fedele all’altro è tradire se stesso
    Quindi diciamo che dovremo prima chiederci verso chi lo si compie per determinare il suo inizio.

    L’eterno amore è una cosa molto rara, specialmente in una società come la nostra, dove si sono perdute molte essenze emozionali, è sempre più facile tradire, spesso senza provarne nemmeno il rimorso, perché tutto ci sembra legittimato dai nostri bisogni i costante crescita.
    Ma di fatto, in quanto esseri umani, capaci di provare codeste emozioni che tanto ci sfuggono di mano e dal controllo, è assolutamente normale che si scopra di possedere desideri che se ascoltati ci possono portare a sentire il richiamo dell’esperienza, del non lasciare simili occasioni.
    Normale desiderare il proibito, sin dalla prima storia sull’uomo si parla del desiderio, del peccato del tradimento, e delle sue più spiacevoli conseguenze.
    Ma alla fine, essendo infedeli si procura tutto questo disastro?
    O ci si arricchisce di un bagaglio importante per la nostra vita?
    Talvolta il tradimento è un errore dal quale si può imparare, talvolta una lezione di vita della quale non ci si pentirà mai.
    Talmente vasto questo argomento, caro Lorenzo, che tornerò a rifletterci e leggendo gli altri commenti interverrò, perché no, cambiando anche idea! 🙂

  42. ladilunaa ha detto:

    Credo che più che la fedeltà ,la vita stessa sia un utopia -riprendo là da dove ha iniziato CristinaKay-e quindi anche il tradimento.
    Ho letto tutte le varianti e le imbeccate del nostro ospite valutandone l’acume e l’intelligenza,ma per quanto siano ampie ,mai raggiungeranno l’acme del sentire e del divergere del pensiero umano ,e mai come in questo caso dimostrarsi personale e quasi inarrivabile confronto.Ed ho anche attentamente letto le varie espressioni dei vari interventi,valutandole come fossero sincere-a vlte si potrebbe presumere di no-
    Ci sono delle sfumature talmente lievi nella psiche umana che non si riesce mai a dipingerle parlandone.
    Si dovrebbe per prima cosa valutare l’etica e la morale,le varie responsabilità religiose e civili …per tornare ad essere il tema un cane che si morde la coda, ed essere tutto infine valutato sulla libertà personale ? ( qualcuno parla di esseri superiori ,assolutamente liberi…ma da che ,da chi ,da che cosa?da se stessi o dalla persona cui si è legati?dalle tematiche legate al consesso della civiltà?)
    Gli aspetti conflittuali sono tenuti nascosti o risolti fuori dal matrimonio,spesso nella forma più definitivamente ipocrita . Il rapporto è mantenuto rigidamente stabile, diventando un “rapporto come se”(..andasse tutto bene). In questo caso avere un amante è un modo per sfidare o dare una sferzata ad un rapporto matrimoniale rigido,lo stesso in questo caso tende a protarsi nel tempo,e a raggiungere la longevità della coppia consolidando nei figli e nella famiglia lo stabilizzarsi di una promessa reciprocamente fatta in pieno intendimento di responsabilità.
    E’ dunque questo il bene auspicabile per una coppia? Allora che tradimento sia (sempre che non lo si scopra?….)
    Penso che non esista una panacea e neppure un dictat: in amore ,come in guerra tutto è lecito,finchè non si riesce a provare il contrario -e si torna al tema dell’utopia-Grazie, Cristina!

  43. donnaFlora ha detto:

    Per cominciare grazie per avermi invitata in questo confortevole salotto. Carinissimo il template che hai scelto per il tuo spazio. Il tema introdotto è molto vasto e complesso. Ci sono diversi punti da poter analizzare.
    Mi soffermerò sul seguente :” L’infedeltà inizia quando si passa all’azione, o nel momento in cui si desidera?”
    A mio avviso parte già dal desiderio. Mi pare che anche la Chiesa si sia espressa in tal senso. Desiderare è già tradire. Certo tra il dire e il fare ce ne corre. Un rapporto “sano” o meglio “non minato” non dovrebbe contemplare alcun tipo di tradimento…
    Sbaglio?

  44. CristinaKhay ha detto:

    @Claudine:
    ti ringrazio per il link, davvero molto interessante, anche questo per me fa parte dell’effetto domino…mi mancava 🙂

    @Dalila:
    il tuo intervento mi ha fatto venire in mente una cosa:
    Si può essere infedeli all’una ( la tradita ) ma essere in quel momento o periodo fedeli all’altra…
    Ma allora l’infedeltà è una azione o un giudizio?

    E’ vero che quando c’è un amore totale la voglia di rivolgere le proprie attenzioni altrove non si fa proprio sentire…
    E’ altresì vero che l’infedeltà potrebbe far parte di un certo temperamento, di un personale modo di stare bene, chiedendo e vivendo la vita in questi termini piuttosto che altri.

    Una cosa per me è chiara, e parlo per me e solo per me…
    Il “contrattare” legalmente il rapporto tra due persone, accampando diritti di possesso d’anima altrui nel favore infantile ed egoistico della propria (come è d’uso intendere la fedeltà matrimoniale… fino a che morte non vi separi… mettendoci di mezzo perfino la volontà del Dio giudice, spaventando così la psiche, altro che amore e libero arbitrio…si fa come dico io e basta…) cioè pretendere una sicurezza affettiva con la forza, facendosi scudo con gli impegni presi, i figli, le proprietà, il passato, la buona condotta morale, legando una persona che di sua spontanea volontà non resterebbe legata sotto quel profilo….
    Beh…non so voi… ma per me sarebbe fonte di grandissima umiliazione….

    Da grande presuntuosa e arrogante che sono ( e permalosa pure…ve ne sarete accorti…ahahah….) preferisco un uomo accanto che mi sia fedele perchè lo sente davvero e lo vuole davvero… E non uno che sta con me e pensa alla vicina tanto per tener fede ad un giuramento fatto mille anni fa… perchè in quel caso appena me ne accorgo ce lo mando io dalla vicina… anzi se vuole ci metto anche una buona parola… e poi si vedrà… ahahah….

    L’infedeltà a parer mio diventa “presunta”quando la profonda cessione emotiva e fisica ad una persona terza è così importante da divenire primaria e da condurre ad una nuova fedeltà, non verso il compagno di sempre, ma verso chi ci occupa il cuore. Quindi, in quel caso e per paradosso, si commette infedeltà verso quest’ultimo costringendosi ad avere rapporti amorosi o fisici col partner ufficiale. Che ne pensate?

    Gli interventi di Carmen mi hanno fatto riflettere molto questi giorni…stimolanti proprio perchè offrono un’angolazione diversa…
    Ed in molti tratti mi sono riconosciuta…
    In altri no… ma hanno innescato in me la riflessione…
    Ed ho scoperto che sì …io sono fedele…eccome…sempre fedele al mio cuore… totalmente 🙂

    E’ una fantastica discussione questa… grazie Lorenzo… diavolo d’un provocatore 🙂

    P.S.: perdonatemi i riferimenti religiosi, è solamente una riflessione la mia e il mio personale punto di vista, lungi da me qualsiasi offesa o provocazione al credo di chiunque… ritengo però di poter mettere in discussione, da anima libera, certi concetti, usi e costumi… ma esclusivamente sul piano intellettuale…

  45. CristinaKhay ha detto:

    Ciao donnaFlora, piacere di fare la tua conoscenza in questo salotto di fumi intellettuali…
    Riprendo dal tuo intervento:
    Mi soffermerò sul seguente :” L’infedeltà inizia quando si passa all’azione, o nel momento in cui si desidera?”
    A mio avviso parte già dal desiderio. Mi pare che anche la Chiesa si sia espressa in tal senso. Desiderare è già tradire

    Il pensiero è la trama eterica sulla quale si intesse l’ordito della materia… quindi si, l’azione fisica ne è soltanto la manifestazione.

    @LadiLunaa:
    grazie a te di farmi sentire compresa da qualcuno 🙂

    Prendo come spunto ciò che afferma terribile stella per una riflessione:

    “L’eterno amore è una cosa molto rara, specialmente in una società come la nostra, dove si sono perdute molte essenze emozionali, è sempre più facile tradire, spesso senza provarne nemmeno il rimorso, perché tutto ci sembra legittimato dai nostri bisogni i costante crescita.”

    E’ il nutrimento emozionale che si cerca nella vita tentando di soddisfare un bisogno indefinito, vago, e perciò spesso irrangiungibile. Nelle culture antecedenti alla nostra questo bisogno è stato soddisfatto nella completa interdipendenza di un gruppo familiare che da un lato offriva sicurezza fisica, economica ed emotiva, dall’altro impediva la decisione personale, sottomettendo i propri sogni e le proprie aspirazioni alle necessità collettive, spesso annullandoli.
    C’è anche da dire che le unioni, al tempo che la Chiesa decise che fossero fino alla morte dei coniugi, non si protraevano a lungo come oggi…l’età media delle persone era notevolmente ridotta… così ci si sposava a 15/16 anni per le donne, 18/20 per gli uomini…si faceva una carrettata di figli fino ai 30/32 anni… poi dopo i quaranta ci si metteva in aspettativa…si era già vecchi…chi arrivava ai 50/60 anni era già fortunato…

    Questa è la descrizione della parola bisogno secondo Wikipedia:

    In psicologia il bisogno identifica la interdipendenza tra gli organismi viventi e l’ambiente. Il bisogno è uno stato di carenza che spinge l’organismo a rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo.

    Questa spinta non è necessariamente una motivazione sufficiente per agire, d’altro canto esistono pulsioni ad agire che non trovano la loro origine in uno stato di carenza. Il bisogno in senso psicologico non è sovrapponibile sempre a quello psicofisiologico (come ad esempio nei casi di dipendenza psicologica da stupefacente che non danno dipendenza fisica).

    Rimando al link che parla dei bisogni, è molto interessante, perchè se l’infedeltà è scatenata da un bisogno fisico o psicologico che sia, forse vale la pena di analizzare meglio il tutto…

    http://it.wikipedia.org/wiki/Bisogno

    Secondo voi l’infedeltà appaga quali bisogni?

    Esistono diversi tipi di infedeltà?

    C’è differenza tra la motivazione all’infedeltà femminile e quella maschile in generale?

    Perchè si soffre di gelosia in caso di infedeltà del partner?

    E’ preferibile eliminare l’infedeltà o eliminare la gelosia?

  46. keishia ha detto:

    Benritrovato Lorenzo, felice di poterti leggere 🙂

    Una persona che tradisce lo fa prima di tutto con sè stesso. Significa che qualcosa nella sua quotidianità non funziona, significa insoddisfazione, infelicità. Cercare completezza altrove è sinonimo anche di debolezza… soprattutto se non si scioglie il legame col partner e si porta avanti una storia con la menzogna.

    Chiaro che ogni storia è un mondo a sè, che ognuno abbia le sue motivazioni… non è un giudizio il mio, il moralismo non mi appartiene.
    Dico solo che sia un atto devastante che deriva da uno stato confusionale proprio. Non dovuto all’altro, in situazioni per lo più di mancato dialogo, collaborazione, sintonia, tra due persone.

    Il tradimento può anche esser perdonato… perchè a volte può essere una via d’uscita, può sciogliere i nodi di un rapporto alla deriva e ravvivare una storia. Non è cosa facile, ma spesso succede che sia così… succede che ci si stringa più forte.

    E’ l’essere RECIDIVO, che non può essere perdonato… sarebbe un’ossessione e subentrerebbe il discorso della dignità del tradito.

    Francy

  47. StregaLunare ha detto:

    L’infedeltà a parer mio diventa “presunta”quando la profonda cessione emotiva e fisica ad una persona terza è così importante da divenire primaria e da condurre ad una nuova fedeltà, non verso il compagno di sempre, ma verso chi ci occupa il cuore. Quindi, in quel caso e per paradosso, si commette infedeltà verso quest’ultimo costringendosi ad avere rapporti amorosi o fisici col partner ufficiale. Che ne pensate?

    @Cristina:
    Un bel triangolo e non se ne parla più… :))
    Che bisogno c’è di far l’amore con il partner ufficiale?
    Credo che non è possibile avere due piedi in una scarpa sola ( si dice così vero?)
    Se ” l’amante” diventa il primario e l’ufficiale non è più la fonte dell’amore, perchè continuare a mettere la testa sotto la sabbia?
    Perchè la gente mormora??
    L’importante che se ne parli…eheheheh sia in bene che nel male.
    Perchè la società ti impone di rimanere saldi alla scelte fatte?
    Non credo proprio, mi ricordo che oggi è il 22 maggio 2008 e il tempo ( almeno in occidente) delle pene è da tempo terminato…
    Fino a 30 max 35 anni fa era un po’ un casino, ma adesso suvvia c’è davvero la libertà di scegliere il dar farsi!!
    Credo che le donne in questa situazione sono più bravine ( non volermene Lorenzo, visto che sei l’unico maschietto qui )…
    Le donne, almeno quelle con una vera testa sulle spalle e con due belle palline colorate al posto delle ovaie hanno il coraggio di fare passi anche azzardati ( quindi di lasciare) e di non mentire a se stesse rimanendo in ragnatele appicciose. Tendenzialmente le donne hanno il coraggio di lasciare una situazione stretta…mentre, l’indole dell’uomo è completamente diversa…mantiene anche per anni due vite ( anche tre…??) parallele…mentendo ad entrambe le donne…ma in primis mentendo a se stesso.
    La vita è un eterno banco di prova…
    L’importante è sapersi riconoscere e di avere sempre quella grande dose di amor proprio e onestà nel cuore e nella mente.

    Dalila

  48. DomusLaurentii ha detto:

    apprezzo questa varietà di contributi alla discussione, che, come previsto, si dimostra complessa e piena di insidie…
    e ringrazio le nuove intervenute…donna flora, ladyluna, geisha…terribistella

    la fedeltà porta necessariamente a parlar d’amore e viceversa…
    mi sembra che la mia opinione sia stata più volte ormai esternata, e mi arricchisco in ogni intervento, però di nuove verifiche al mio pensiero…
    dalla spiritualità (mente/pensiero) all’etica, passando per la carnalità e per le regole civili e religiose..
    è ormai la cornice dentro la quale stiamo cercando di trovare la nostra collocazione.
    Riprendo il passaggio di Claudine (che insieme a CristinaK e me, anche se in sfumature diverse, individuano il baricentro della critica nel “pensiero/mente”

    “Ma continuerò a permettere che le mie visioni dell’Anima creino scenari consoni a ciò che “dentro sento”… sublimando le Passioni della mia Anima.
    Non potrò quindi MAI TRADIRE me stessa… concederò alla fantasia di poter esaudire attraverso le proiezioni della Mente gli scenari che mi avvicinano alla Meta… il Sentiero sarà concepito passo dopo passo, in perfetta sintonia con il battito del mio cuore, con il coinvolgimento di chi mi osserva da lontano, di chi mi segue, di chi mi cammina accanto… giorno dopo giorno… anche virtualmente… poiché di questo è fatta l’Esistenza, un connubio di Magia e tracce dell’Anima.
    E se sarà l’Amore un giorno a separare il mio compagno da me, accetterò. Desidero solo che la sua Mente possa trovare il suo Sentiero… Nulla mi appartiene, neppure la mia stessa Vita. Siamo effimeri nel corpo, mentre la nostra Mente… è però immortale. “

    È secondo me la direzione (non rivoluzionaria, anche se lo sembrerebbe, non agnostica anche se lo sembrerebbe, non profana, anche se lo sembrerebbe) su cui bisogna avviarsi.
    Dalla definizione di SuperUomo, a Cartesio, a l’illuminismo…reputo che questo concetto debba essere oggetto di più attenta analisi.
    Non deve essere inteso come visione egocentrica/egoistica…
    Ma la valutazione di se stesso è necessario per la valutazione dell’altro, e reciproco.
    Leggevo un passaggio del saggio di Giacomo Dacquino sull’amore, dove ribadisce esistono almeno due tipi di amori; per se stessi (intrapsichico) e l’amore relazionale.
    E amarsi e amare sono strettamente collegati.
    Se c’è uno squilibrio in questa equazione, ci sarà una anomalia in uno o in altro.
    E l’amore, deve necessariamente prevedere il rispetto dell’altro (della libertà dell’altro e viceversa)
    E come nella storiella riportata da Carmen del porcospino, è nel punto di equilibrio che c’è la magia dell’incontro.
    Come nella fisica atomica, e come in tutti gli eventi naturali.
    La strada che ognuno di noi percorre, è piena di input ed output, e nell’imput che prendiamo dall’ambiente, ci deve essere la nostra capacità di discernere (cara Carmen, non posso limitarmi a pensare in quel modo perché sono abruzzese e provengo da una cultura pastorale/catto-socialista)
    È nella nostra CURIOSITA’ che c’è la chiave per assorbire pian piano tutto ciò che serve a ME, a mio pensiero, per saltare del livello energetico, come avviene negli atomi.
    È nella FILOSOFIA (amore della conoscenza) e appunto nella conoscenza la nostra voglia di appagare il nostro IO…il nostro egoismo…
    Sono tra tanti IO forti in termini di conoscenza, si può creare il presupposto di quell’equilibrio.
    E le regole, come la fedeltà prescritta, sono negative.
    Solo nel libero pensiero si può trovare il rispetto del libertà dell’altro.
    Quindi intendo la infedeltà come strumento di conoscenza, di energizzazione per il percorso che devo fare.
    Certo è che se concentriamo il tutto nel tempo, in un limite ben definito…come l’oggi di Jmarx,,o come l’innamoramento di Alberini…allora avete ragione VOI….sostenitrice dell’Amore Unico, e della morale amorosa…
    Ma non possiamo restringere il tempo ad un segmento…io parlo di retta….
    Di percorso…
    Vorrei ricordare e far conoscere il “mito” dell’arco di Andrea De Carlo, nel suo romanzo “Arcodamore”..
    L’amore è un arco…tutto sesto o ampio, ma resta un arco…
    E in questa costruzione emozionale, che deve essere posta l’attenzione al nostro IO…
    Alla nostra MENTE (anima)..
    In modo brutale potrei dire che gli amori passano, mentre l’IO resta..anche se è un io in “progressione”…

    Ecco, siamo secondo me, portati più ad analizzare il tutto da questo punto di vista…
    Siamo molto attratti dal sogno…dal sogno dell’amore, del principe azzurro…(mito positivo)
    Contro il mostro dell’infedeltà(mito negativo)
    Per questo non condivido la posizione di Dalila, sull’argomento.
    Assolutamente l’infedeltà non è ne pulsione ne istinto…è secondo me “cultura” .

    “La fedeltà/l’infedeltà è davvero soggettiva, apre dei meccanismi particolari: c’è chi è infedele per natura, casomai è infedele a sé stesso ( pur riconoscendolo o non); perché ama trasgredire, ama il vivere quel sano peccato fatto di pura adrenalina…la cosa che mi chiedo è del perché le persone di questa categoria e che conoscono il proprio vivere un bel giorno decidono di fare le cose serie ( quanto durano?Perchè i parenti o la società ti chiede che è l’ora che metti la testa a posto?)
    “Il Lupo perde il pelo ma non il vizio” dice un vecchio proverbio popolare, ed io sono perfettamente”

    Credo che questa analisi sia sempre troppo semplicistica, come da evitare il problema nell’essenza vera.
    Certo che esistono casi “atipici”, come il caso dell’amico di Simo, ma non sono questi i casi oggetto di discussione…
    La fedeltà e infedeltà, è qualcosa che va al di là…del machismo…del bullismo..o della “collezionista”
    E non farei cara Dalila quei distinguo tra gli uomini e le donne…
    Forse gli uomini sono più opportunisti, ma più realisti.
    Le donne più “gatte” in tutto questo..
    Non è ipocrisia…ma solo un pudore “storico” di restare “illibate” davanti allo specchio della morale costruita da altri…

    Io penso che oggi, in uno scenario di globalizzazione non solo economico ma anche di costume, discernere ancora di questo è un po’ anacronistico, leggo di libertà, e poi si mettono dei paletti, e si enunciano sentenze…si parla di utopia e poi si sogna…
    Ma cosa si sogna?
    L’isola che non c’è?

    Io penso che alla base di tutto questo, poi oltre alla spiritualità e alla infedeltà “sottile”, molto è determinato dalla sferra sessuale, sia come istinto (sessualità, senso procreativo) sia come pulsione (libido)…
    Ed in questo entra in modo forte e incisivo…la seduzione…
    La pulsione del sedurre e dell’essere sedotti…
    Al di là dell’amore.

    Guardate la moda e il modo di vestirsi…
    La donna da sempre, e oggi ancor di più, segue un concetto seduttivo molto forte, indipendentemente dalla situazione amorosa…
    Gonne corte, attillate, maglie attillate, seni prosperosi messi in bella evidenza, spacchi audaci, fondoschiena evidenziati…trucchi “intriganti”..sono tutti elementi che rientrano nella sfera della seduzione..
    Non credo che si posa dire, che le donne che vestono da “monaca” sono fedeli, e le altre infedeli…
    E non credo che ci sia male, sentire questo alone di seduzione…
    È la libido che viene provocata..
    E l’infedeltà della psiche che viene sollecitata…
    Mi viene da ridere, pensando a tanti anni fa, a donne che erano solo casalinghe, e che si cambiavano e si vestivano in modo eccitante per aspettare il loro marito, dal lavoro?…
    O gli uomini, molto fedeli, che poi comprano una rivista seriosa come panorama o come l’espresso solo perché nella copertina c’è una bella velina senza “veli”…
    Sono convinto…che c’è una strisciante voglia del sedurre ed essere sedotti, magari poi non consumare, nella logica della fedeltà di morale…

    Questo per dire, che nel libero arbitrio, c’è anche il libero intendimento dell’amore, ed il legame vivrà veramente solo e soltanto in questo ambito…altrimenti sarà si amore eterno, ma con rette da pagare in termini di compromessi, frustrazioni, e complessi, molto alto…

    Il tradimento non deve essere perdonato o meno..
    E poi non parlerei di tradimento…ma di infedeltà…
    L’infedeltà…come dice Carotenuto, è in noi…
    Fa parte di quell’istinto fondamentale necessario all’essere umani…
    Questo per dire…che non opto per l’infedeltà..
    Perché c’è sempre molto tormento…rimorso o rimpianto…almeno..
    Perché forse ancora non siamo liberi veramente..
    Non siamo ancora tra “superuomini”

    L’amore è una bella cosa, ma se ancora se ne parla, e non se ne trova la formula precisa…un motivo ci sarà…o no?

    Lorenzo

  49. DomusLaurentii ha detto:

    TORNO ALL’IMMAGINE, il dipinto del Veronese, “allegoria dell’amore:l’infedeltà“…
    dopo la attenta analisi di Carmen, avevo chiesto un maggiore approfondimento nella lettura delle immagini e dei simboli, e a proposito ho inserito in calce del post una immagine più grande, in modo che si possano vedere anche i particolari…
    ricordate quanto detto da Carmen?
    eccolo:

    “Osservatrice come sono, la mia attenzione viene adesso catalizzata dall’immagine del dipinto che Lorenzo ha scelto, non a caso, a corredo di questo post. Si tratta di un’opera del Veronese, facente parte di quattro scorci provenienti da un soffitto, realizzata per l’imperatore Rodolfo II, probabilmente in occasione di un evento nuziale. L’opera fa parte delle quattro allegorie dell’amore ( infedeltà-disinganno-rispetto-unione felice) e l’interpretazione che viene data dalla critica è piuttosto diversificata. Tuttavia, la più accreditata è che i quattro dipinti rappresentino, in contrapposizione, a due a due, le pene e i piaceri dell’amore: la gioia ed il disinganno, la fedeltà e l’infedeltà. Ora, osservando attentamente il dipinto, si nota innanzitutto la donna, stranamente di spalle e sensualmente riprodotta con il fondoschiena scoperto. La valenza erotica di questa posizione che l’artista ha scelto per la sua opera, è fortissima, non tanto per la nudità scoperta, bensì per quel che avviene oltre la donna. Ad un’analisi più attenta, i due uomini che le stanno accanto, sono coperti, almeno nella parte che dovrebbe spiegare i loro movimenti, giacché non pare che essi stiano solo guardando il corpo di una donna avvenente, la cui procacità è percepibile solo da quel che l’artista ha voluto si vedesse, ma che trapela dallo sguardo dei due, uno dei quali pare rivolto verso l’alto, quasi a definire una valenza soprannaturale a quell’evento. La donna, che pare sospesa in aria, ma sorretta per i polsi dai due uomini, trasmette, nella plasticità della muscolatura posteriore, un fremito particolare, che pare coinvolgere anche lo spettatore a quella scena di sesso. Si, perché proprio di una scena di sesso si tratta, se si fa attenzione al piccolo putto collocato in asso sulla sinistra, che le sorregge la gamba, poco più su della caviglia, quasi ad accentuare la divaricazione delle gambe della donna. L’altro putto, invece, pur restando solo a guardare ciò che si consuma sotto i suoi occhi, sembra partecipe, immagino interpretando Cupido, con il coinvolgimento emotivo di cui è capace e che, a causa della forte carica erotica che percepisce, non può che essere partecipe della scena, seppur solo a livello emozionale.
    Questa mia breve analisi del dipinto, considerando che è stato elaborato in pieno Cinquecento, mi fa riflettere su quello che doveva essere, nell’intento del Veronese, la sua convinzione circa la fedeltà. Senza dubbio di elasticità mentale piuttosto ampia, se è riuscito a concepire una scena così erotica, e per i suoi tempi estremamente trasgressiva, in cui si colloca il concetto di infedeltà esclusivamente su piano della sessualità.
    Che altro dire, se non complimentarmi ancora con quel “ diavolo” d’un Lorenzo, che è riuscito a scovare un’opera d’arte e sistemarla ad hoc nel punto giusto?”…

    e vi ricordate quanto da me, detto, dopo il suo intervento..?
    eccolo

    “relativamente all”ottima analisi grafica del dipinto del Veronese, fatta da Carmen…
    ma chi è il tradito e chi è il traditore…?non credo che si possa pensare che questa allegoria preveda soltanto una “orgia” a tre…
    e i due putti….sono l’angelo e il demone?
    la tentazione e la assuefazione?
    e cosa rappresenta quel qualcosa che ha in mano la donna nella mano sinistra?”

    quindi ribadisco quanto detto…
    secondo voi, i due uomini, chi potrebbero essere?…chi complice chi vittima…
    i due puttini? cosa stanno a fare?

    e nella mano sinistra la donna che ha?

    e socondo voi gli sguardi dei quattro personaggi, che significato hanno?

    ora l’immagine è più visibile…
    forza allora..

  50. CristinaKhay ha detto:

    Mio marito dipinge, per diletto.
    E so che i miei occhi non sono i suoi, nè è mio il suo intento o la motivazione che lo spinge a dipingere. Ho provato molte volte a dare un senso a quello che dipinge e tutte le volte veniva fuori “il mio” senso, non il suo. Potevo cogliere superficialmente la sua intenzione, ma ad ogni singolo elemento presente nel quadro, come pure alla scelta delle tonalità, delle ombre, davo una interpretazione che parlava del mio mondo, di ciò che sono, avvicinandosi al suo certo, ma comunque non così profondamente. Perciò non sarò una critica d’arte. Casomai potrei usare questa interpretazione per capirmi meglio, mai per intendere ciò che l’autore avesse avuto nell’animo ad ogni pennellata. Il mondo ai nostri occhi è simbolo di ciò che siamo e che pensiamo. In questo caso mi limito ad osservare, tenendo per me le mie considerazioni.
    Perdonatemi, non sono ancora pronta. 🙂

  51. CristinaKhay ha detto:

    @Lorenzo

    “Leggevo un passaggio del saggio di Giacomo Dacquino sull’amore, dove ribadisce esistono almeno due tipi di amori; per se stessi (intrapsichico) e l’amore relazionale.
    E amarsi e amare sono strettamente collegati.
    Se c’è uno squilibrio in questa equazione, ci sarà una anomalia in uno o in altro.
    E l’amore, deve necessariamente prevedere il rispetto dell’altro (della libertà dell’altro e viceversa) ”

    Tutto questo è logico e non fa una piega…
    Diciamo allora che la gelosia sia una forma di non-rispetto…
    E che, anche se accettabile teoricamente, alla prova dei fatti sconvolge sempre se si tiene ad una persona…
    MA ALLORA L’AMORE E’ UN’ALTRA COSA e non quella che crediamo noi…

    Lo stesso innamoramento, l’estasi amorosa, la seduzione, il sedurre e l’essere sedotti ancor prima psicologicamente e poi fisicamente, il senso di appartenenza viscerale, la dipendenza emotiva e fisica che provoca quel sentimento che noi chiamiamo amore … altro non potrebbe essere che la beatitudine scaturita dalla presa di potere di un’anima consenziente, il possesso di qualcosa che ci dà una vibrazione così elevata da non poter essere paragonata a nessun altra, la gioia di averla ed il terrore di perderla. Di perdere il potere, appunto.

  52. PostIda ha detto:

    Ma Cristina….tu essere taffero femina ( con una enne) incontentapile, per tutti i Kaiser!!!Tu afere marito con pennello, e che pennello se tipince quatri, e tu fuoi essere fetifraca????Siccome ta tutte le tiscussioni è emerso che il mortente ti ogni rapporto pare sia il sesso, allora mi tomanto e tico, si può campiare uomo o tonna ogni qualfolta si è insottisfatti a lifello sessuale?Certo, tefo confenire che una intesa a lifello fisico, carantisca la turata ti una relazione, ma non creto che si teppa necessariamente campiare pennello ogni folta. Infatti, per restare in tema ti tipinti, il pittore, mescola i colori folta per folta, tiluentoli e/o pulentoli per la sua opera t’arte, poi, quanto il pennello non serfe più( offero quanto non assolfe più la sua funzione), lo putta fia. Lo so, la mia è filosofia spicciola, ma nel mio essere una prafa cofernante, tento a cuardare soprattutto il piano pratico telle cose.
    Fi aucuro buon fine settimana,

    Cafcar

  53. PostIda ha detto:

    Tornando al dipinto, cui Lorenzo ha posto numerosi quesiti, stante la mia semplice osservazione dei personaggi, posso dire, dopo aver attentamente analizzato l’opera che sono interessanti i seguenti passaggi:
    – i due uomini rappresentano: quella sulla sinistra, senza barba, il marito della donna, per il suo sguardo rivolto verso l’alto e per la mano, che tiene avvinta quella della consorte in uno strano oggetto ( che in verità non sono riuscita ad individuare)che potrebbe essere o un documento ( il contratto matrimoniale) o dei soldi ( la sicurezza economica che mantiene in piedi il rapporto…io propendo per questa ultima ipotesi);
    – l’altro uomo, quella sulla destra con la barba, rappresenta: l’amante, dove viene usato, ad eccentuarne il ruolo, un drappo giallo ( in pittura questo colore rappresenta proprio il tradimento) morbidamente poggiato sulle gambe a coprire probabilmente eventuali protubaranze eccedenti ( spero sia chiaro cosa dovesse coprire).
    Emtrambi, coperti dal corpo della donna di spalle, paiono immersi in una pratica erotica, piuttosto trasgressiva, almeno per quei tempi ( siamo in pieno 500) che viene ” coadiuvata” dal puttino di spalle, che, in una gestualità piuttosto desueta in verità, sostiene la gamba sinistra della donna. Forse ad amplificare la divaricazione delle gambe di lei. L’altro puttino, che ha le mani immerse in una sorta di scrigno ( anche in questo caso sarebbe interessante capire quali fosse le intenzioni dell’autore) ha lo sguardo, come il marito della donna, rivolto verso l’alto, in una trascendenza per certi versi immotivata, stanta la scena che si sta consumando. Il tutto, incorniciato in un’ambientazione naturale anche inn questo caso indefinita, a significare, secondo me, il consumarsi di questa esperienza alla luce del sole ( sole che però non c’è, essendo il cielo pittosto plumbeo e solo macchiato in una piccolissima parte in alto sulla sinistra, da una macchia bianca)Va da sè che, avendolo intitolato allegoria dell’amore: l’infedeltà, l’autore avesse in mente la rappresentazione, in forma simbolica di ogni singolo particolare e il bello dell’arte, come in poesia, in musica, in prosa ecc…è andare al di là del semplice dispiegarsi ” attivo”, alla ricerca dell’essenza profonda di ogni piccolo particolare. In tal senso, trasferendo questo discorso, sul piano dialettico è anche nei singoli rapporti, nel relazionarsi vicendevole delle singole occasioni, che a me piace entrare nel profondo, cercando di lasciar emergere il positivo che c’è in ogni esperienza e, qualora e se sia possibile, cercare il giovamento che da essa si può ricavare.

    Buon fine settimana.

    Carmen

  54. DomusLaurentii ha detto:

    TEORIA “EFFETTO COOLIDGE”

    riporto intregralmente un stralcio di testo trovato in rete (bisogni.net), che ha attratto la mia attenzione non tanto per i vari discorsi psicologici, validi ma conosciuti, ma per il simpatico ANEDDOTO…
    ecco..

    “La perdita di interesse reciproco secondo i sessuologi si puo verificare in modo drammatico già dopo un anno di convivenza. Una coppia sposata da un anno avrebbe infatti già ridotto i rapporti sessuali del 50%, per poi continuare inesorabilmente il calo verso una “pace dei sensi” che arriva per i più a partire dai 65 anni; In molti casi il rapporto di coppia si rivela talmente avvilente da soffocare ogni slancio creativo individuale fino a un globale decadimento psico-fisico che compromette gravemente il benessere e l’equilibrio della persona.
    Secondo gli psicologi allora, niente come un “secondo amore” può far rifiorire lo spirito e di conseguenza, il corpo; Infatti, la novità di una relazione appagante libera da ansie apatie e depressioni e inoltre rafforza il sistema immunitario.

    Esiste a proposito una teoria, denominata “effetto Coolidge”, secondo la quale non basta fermarsi a un “secondo amore”, ma si ha una necessità continua di variare i partner sessuali, per mantenere la vitalità e il benessere globale. Non solo, secondo gli studiosi la varietà sessuale negli uomini sarebbe un’eredità del loro “passato biologico”. Il bisogno ancestrale di procreare, per assicurare nuovi guerrieri per la difesa della comunità, che li spingeva ad accoppiarsi con femmine sempre diverse, sarebbe rimasto insito nella natura dell’uomo. Come dire, l’uomo infedele combatte per “vincere” l’estinzione, e la varietà aiuta a mantenere prolifica l’attività sessuale.

    Da dove arriva “l’effetto Coolidge”
    “L’effetto Coolidge” prende il nome da un aneddoto sull’ex, presidente U.S.A. Calvin Coolidge, in visita con la moglie in una fattoria governativa.

    Giunti sul luogo, intrapresero due tour separati; Quando la signora passò davanti ai pollai, si fermò e domandò all’addetto se il gallo si accoppiasse più di una volta al giorno. “Decine di volte”, fu la risposta. “Per favore fatelo sapere al Presidente” esclamò la first lady. Quando il presidente visitò gli stessi pollai e fu informato delle abitudini del gallo, chiese: ”Con la stessa gallina tutte le volte?” “Oh no, signor Presidente, ogni volta con una gallina diversa”. Il presidente annuì lentamente, poi affermò: “Riferitelo alla signora Coolidge”.
    “L’effetto Coolidge” è documentato e studiato negli animali. Nei topi è stato riscontrato che l’istinto sessuale del maschio si rinnova continuamente in presenza di una nuova femmina sessualmente ricettiva, con benefici effetti sull’attività celebrale.
    Ma il comportamento umano è sempre rapportabile al comportamento animale?
    Da recenti ricerche emerge che l’infedeltà, sebbene molto diffusa, in molti casi non giovi affatto al benessere ma al contrario diventi una grave causa di stress, anche nel caso in cui le “scappatelle” non vengano scoperte. Infatti per molti, la gestione parallela di diverse relazioni genera sensi di colpa e tensioni, che sfociano in sindromi psicologiche quali crisi d’ansia e depressione, il tutto per un peggioramento generale della qualità della vita delle persone coinvolte.
    Bisogna poi ricordare che una perdita di interesse nei confronti della propria partner potrebbe anche nascondere un problema di generica diminuzione del desiderio, legato ad un calo di testosterone, di cui è possibile indagare le cause con l’aiuto di uno specialista.
    Nel caso più in cui il problema sia esclusivamente quello di un rapporto malato di noia, i consigli dello psicologo sono essenzialmente due. Innanzitutto, astenetevi dall’intraprendere più relazioni in contemporanea a meno di non essere in grado di mantenere una gestione tranquilla e lucida della situazione. Più in generale, per il vostro benessere e per la buona riuscita di una relazione, puntate sulla comunicazione interna alla coppia, per riscoprire aspetti della vostra partner forse semplicemente “sepolti” sotto il peso dell’abitudine, ma che un po’ di curiosità sapranno far brillare di nuovo!”

    ciao Lorenzo

  55. PostIda ha detto:

    Vedi Lorenzo, io apprezzo molto la ricerca scientifica e le varie teorie riguardo un migliore approccio nei confronti dell’altro,ma non sempre la scienza può dare risposte assolute, così come non può darle nè la morale, nè tantomeno la religione. Posso comprendere che, in un coppia, sposata o no, dopo anni di convivenza possa scatenare l’effetto noia, se così si può definire in maniera semplicistica,ma, come in tutte le cose, sta in ciascuno di noi mantenere sempre ” friccicoso” ( passami il termine) la relazione, di qualsivoglia natura essa sia. Il dialogo, la complicità, l’esternare le proprie fantasie, e non solo a livello erotico, può servire a rinnovare il rapporto, altrimenti, se è deteriorato, va troncato e basta. Ti faccio un esempio pratico: quando mi duole un dente, cosa faccio? Vado dal dentista, il quale, in primo luogo lo cura, lo medica, lo piomba. Se curato adeguatamente e con una sana igiene orale, quel dente continuerà a stare nella mia bocca, altrimenti arriverà il momento in cui dovrò devitalizzarlo ( sempre un’attenzione particolare gli rivolgo), infine, quando proprio non se ne può più….lo estraggo!!! Ho un dente in meno, masticherò comunque, potrò anche sostituirlo con un dente finto,ma quel dente ormai è finito nel cestino del mio dentista. Se trasferisci questo esempio, ad un rapporto tra coniugi, fidanzati o vatteloapesca…se qualcosa non va, a cominciare dalla sfera sessuale, perchè non provare a trovare soluzioni alternative all’inteno della coppia stessa? perchè si deve necessariamente andare a pascolare su prati altrui ( come godrebbe il tuo buon Gaspare, che di pecore è ferrato), a manducare erba diversa, benchè più fresca, umida e croccante?
    Troppo semplicisticamente l’essere umano è portato a cercare la soluzione più consona al proprio egoismo, senza pensare che dall’altra parte c’è una persona, con la quale abbiamo intrapreso un cammino da condividere, nel bene o nel male, ma se questo cammino conosce un intoppo…beh, che le soluzioni siano drastiche, non già dettate da un mero opportunismo di circostanza che, a mio modesto parere, può sistemare la falla al momento, ma non riesce ad eliminare il danno.

    Sic et simpliciter.

    Carmen

  56. DomusLaurentii ha detto:

    sul dipinto del Veronese

    Sono abbastanza concorde con la lettura di Carmen, relativamente al dipinto del Veronese.
    Anche se io vedo alcune differenze, sostanziali o meno.
    Lo scenario è chiaro, a sinistra c’è la famiglia, anche i putti, che a prima impressione pensavo rappresentassero l’angelo e il demone, hanno la loro presenza di famiglia/figli/continuità della famiglia ecc…
    E il puttino di spalle secondo me, non divarica le gambe in segno di complicità e di spinta al peccato, come sottolinea Carmen, ma trattiene la gamba, cerca di trattenerla nella parte di sinistra, dove anche il cielo di sottofondo più chiaro, rispetto all’altro, indica la sacralità della famiglia.
    La donna non abbandona il suo sguardo dal gruppo di personaggi di sinistra (famiglia) ma il suo corpo, nella bellezza dell’arte pittorica del Veronese, è chiaramente in movimento.
    La sua schiena rivela infatti la dinamicità e il leggero adagiarsi alla sinistra, dove l’aspetta l’amante (il peccato/infedeltà).
    Il suo corpo, il suo busto è per lo sguardo “avido dell’amante”, mentre il suo ventre ancora lasciato al marito a rappresentare quel rapporto di forma tanto in voga in quel tempo, ma ormai la scena è chiara, nel tormento che il pittore ha voluto rappresentare.

  57. DomusLaurentii ha detto:

    TEST…TEST…TEST….TEST….TEST…

    Amore e Infedeltà, bene mettiamoci in discussione con la giusta ironia davanti a questo TEST , ideato dal solito C. André:

    In amore di quale libertà avete bisogno?
    (per ogni domanda, scegliete una sola risposta, in modo istintivo, non ci sono risposte giusta o sbagliate, indicate ad ogni numero la lettera della risposta scelta, potete farlo qui, o anche tramite il pvt, scegliete voi)

    1-Vi arrabbiate o vi rattristate di più se il vostro partner:

    a) legge il vostro diario.
    b) vi impedisce di passare qualche giorno di vacanza “da single” con i vostri amici
    c)vi chiede tutti i giorni se l’amate ancora molto.

    2- In vacanza vi viene sempre ripetuto:

    a) ”stai tranquillo!Non riesci a stare fermo mai”
    b) ”togliti gli occhiali da sole, non vedo mai i tuoi occhi”
    c) smettila di parlare con tutti, devi proprio conoscere tutta la spiaggia”

    3- Il vostro partner vi ha traditi. Lo perdonate perché il suo atto è stato motivato da:

    a) una passione carnale(pulsione)
    b) l’impegno per una causa comune (l’azione)
    c) una attrazione intellettuale (ammirazione)

    4- In amore è fondamentale:

    a) non fare tutto insieme all’altro
    b) non dire tutto all’altro
    c) non amare sempre l’altro alla follia

    5- A una festa vi annoiate, ma il vostro partner si diverte; impossibile tornare a casa, quindi…

    a) uscite sul balcone per fare un po’ di telefonate
    b) andate in strada a fare un giro
    c) vi lasciate cullare dai vostri sogni

    6- Il vostro partner vi dice continuamente che vuole lasciarvi. A prescindere dal vostro dolore, la dignità per voi è:

    a)non obbligarlo a dire il motivo
    b)non cercarlo di colpevolizzarlo in ogni occasione
    c)non forzarlo a stare con voi

    7- Rispettare l’altro significa accettare che non sia sempre:

    a) d’accordo con voi
    b) presente
    c) pieno d’amore

    8- Da bambini, avevate un carattere:

    a) indipendente (non desidero essere sempre coccolato)
    b) autonomo(non ho paura della solitudine)
    c) segreto(non ho bisogno di raccontare tutto alla mamma e papà)

    9- Non vi siete dedicati alla politica perché:

    a) non avreste sopportato essere schiavi di quei ritmi
    b) non sareste stati mai capaci di aderire alla linea di un partito
    c) vi sareste stancati di sorridere a chi non vi apprezza

    10- I vostri partner vi hanno spesso rimproverato così:

    a) ”non mi dici mai abbastanza che mi ami”
    b) ”non facciamo mai abbastanza insieme”
    c) ”non so mai cosa pensi”

    11- I romanzi d’amore non vi piacciono perché:

    a) sono piatti e prevedibili
    b) non c’è azione
    c) sono sciocchi

    12- In una coppia è meno grave:

    a) dormire ogni tanto in camere separate
    b) avere opinioni diverse
    c) fingere, a volte, durante i rapporti sessuali

  58. PostIda ha detto:

    RISPOSTE AL TEST:
    1 A
    2A
    3 Non perdono
    4 Non c’è un’altra optione?
    5 difficile ch’io mi annoi
    6C
    7B
    8C
    9 Mi sono occupata di politica, ma non chiedetemi in che liste!!!
    10C
    11A
    12B

  59. PostIda ha detto:

    Giusto per curiosità, Lorenzo…ma che ti sei fumato, al posto del sigaro??? Oddio….ho la casa piena dei miei " impossibili personaggi", i quali vogliono rispondere al tuo TEST….che faccio? Li lascio fare?

  60. PostIda ha detto:

    p align=”justify”>Eccomi a rispontere al test proposto tal signor Lorenzo:
    1 A ( che senso ha chietermi tutto il santo ciorno se lo amo?)
    2 C ( ta puona cofernante mi spiace spettecolare in lunco e in larco, mentre la signora Carmen lecce sotto l’omprellone, io parlotticchio con tutti)
     3 anche io non risponto, perchè ta prafa tetescka qual sono, ho metoti molto riciti. Se il mio uomo tratisce: Kaput, capito?
    4 B ( eheheheh anche io, come Cristina, sono un poco fetifraca ogni tanto ehehhe…ma non lo tite troppo in ciro)
    5 A ( approfitto per fare tue telefonate dal cellulare tel mio uomo, in Cermania, così lui si tiferte et io parlo a scrocco)
    6 B ( anche se quanto mi metto sono una scassapalle all’ennesima Potenza)
    7 A ( anche se io ho metoti molto confincenti, perchè il mio uomo sia t’accorto con me)
    8 A ( son sempre, ma io sono tolce tolce, cretetemi )
    9 C ( anche se ho fatto poliken, non sono mai riuscita a fare sorrisi ipocriti ti circostanza)
    10B ( come faccio….se il mio laforo mi prente così tanto?)
    11B ( offiamente a me piacciono i romanzi horror, tofe c’è ti tutto e ti più )
    12 C ( è così facile, specie per noi tonne)
    Ora scappo, che c’è tonna Carmela che mi assila, perchè fuole tire anche lei qualcosa, ma non so se la Signora Carmen glielo permetterà. Puon pomericcio
    Cafcar

  61. PostIda ha detto:

    ‘On Lorè, songo Donna Carmela a putecara, v’arricuordate e me? Songo sagliuta a casa da singora Carmen, a pigliarme nu bello cafè e mi ritrovo n’ata vota a liegge tutte ‘e cose c’avìto scritto circa la fedeltà. Io sarò pure popolana, con pochi studi ( aggio fatto a malapena a scola alimentare),e de filosofia ne capisco ‘o ggiusto. Io tengo na filosofia ‘e vita, tutta mia, tutta partenopea, verace e l’unica sofia che je apprezzo assaje e c’aggio canusciuto pure di persona è la Loren. Nu piezz’ e femmenona, creriteme ‘On Lorè, ca face scimunì ancora mò tutte l’hommene do munno intero. Turnanno al modo in cui veco io ‘a fedeltà, ve posso dicere che nun ce sta chiù brutta cosa dè corna, da qualunque parte vengano. E siccome me piace sdrammatizzà, visto che chesto è n’argumento doloroso assaje, ve cunto na barzelletta ( sapete come siamo noi napulitane?), ca poi na barzelletta nun è, ma è na domanda: ‘a sapìte qual è la differenza tra la moglie, la fidanzata e l’amante? La moglie, dopp’ l’orgasme ve rice: sei grande. La fidanzata ve rice: ti amo. L’amante, invece, rice: beige…’o soffitto ‘o facess’ beige!
    Oppure, sentite chesta, ca me l’ha cuntato a farmacista che sta dirimpetto alla puteca mia:
    Una signora va dal dottore: “Scusi dottore, mio marito non mi basta più”
    “Ma perché lo dice a me? Se proprio non resiste si trovi un amante”
    “Ma veramente ce l’avrei già, ma non mi basta più”
    “Ma cosa le devo dire, se ne faccia due, o tre”
    “Ma sì, ne ho già, anche di più, ma non bastano mai… ”
    “Signora, ma lei è malata!!!”
    “Bravo dottore, lo metta per iscritto, che mio marito dice che sono una troia!!”
     
    ‘On Lorè, mò me n’aggia scappà, che tengo un impegno importante assaje. Steciteve bbbuono e salutateme tutte quante!!!

    Donna Carmela ‘a putecara

  62. DomusLaurentii ha detto:

    la Carmen è sempre la solita rivoluzionaria.ahaha..anzi meglio dire l’anarchica..il TEST per essere interpretabile, deve essere completo…il più possibile…
    prego dare la risposta più possibile…
    capito!!!!!!

  63. CristinaKhay ha detto:

    Cara Cafcar-Carmen,
    io non ho bisogno di personaggi presi in prestito per dire quello che penso, o per svicolare intelligentemente ( ma non troppo ) con una maschera fittizia dal ruolo ufficioso di donna colta riflessiva e aperta al dialogo…e questa la dovrebbe dire tutta… il giudizio personale sul privato dei presenti non è mai stato nominato da me nei confronti di nessuno ed in nessuna discussione… ma questa è una cosa che deve far riflettere il padrone di casa…
    Perciò sentendomi a disagio lascio questo salotto alla dotta cultura..che purtroppo dimentica una condizione basilare del confrontarsi e del dialogare…
    Ossia il rispetto, che a quanto pare per qualcuno va a senso unico…
    Ringrazio tutte/i i presenti per l’intenso e ottimo scambio avuto a livello intellettuale…
    Ringrazio te Lorenzo per l’opportunità concessa, ma questo non è più il mio posto e non è mia intenzione dimostrare niente a nessuno.
    Se qualcuno vuole chiamarla vittoria… boh….

    P.S.:La cultura non è fatta dalle citazioni che ricordi a memoria o da quanti libri hai letto, ma dalla predisposizione a scandagliare l’animo umano con umiltà.

    Sarà roba mia, ma almeno non mi nascondo dietro il nome di nessuno.

    Un abbraccio Lore e scusami
    Bacio
    Cri

  64. TerribileStella ha detto:

    1. B
    2. A (ma solo xke nessuna delle risposte è adatta)
    3. A
    4. B (ma anche un po’ A)
    5. A
    6. C
    7. A
    8. A (ma molto anche C)
    9. B
    10. B
    11. B (è vero ma a me PIACCIONO)
    12. B
    Stavolta non sono stata brava a dare risposte, vediamo che puoi fare delle mie indecisioni, bacio

  65. DomusLaurentii ha detto:

    @Cristina
    questa Domus è stata da me pensata, non come “casa di proprietà” ma come “casa del popolo”…(ogni riferimento a fatti ed ideologie del passato è puramente casuale)…o meglio avevo pensato ad una sorta di Agorà…dove tutti possono dire tutto…
    io ho messo “le mura” e le “mie provocazioni intellettuali”…
    poi ho sempre detto “qui si può fare/dire di tutto…” e ci si deve confrontare liberamente tramite le proprie opinioni

    premesso questo in termini generali, devo rilevare che come opinionista questa tua…mi lascia molto sorpreso…
    la tua reazione e come l’hai articolata mi sembra un po’ esagerata

    proprio perchè una discussione generale, con tanti anfratti personali, non può divenire oggetto di scontro prettamente personalizzato…

    per quello che io ho letto, precedentemente non vedo che “ironia” “satira”….intellettuale, (come era nel mio intendimento redazionale della Domus) e che Carmen ha saputo poi mettere in pratica…in modo egregio…e simpatico…e non rilevo passaggi intimi a carattere offensivi…
    posso sbagliarmi vista la mia proverbiale “ingenuità”

    come le tue posizioni, efficaci e profonde, sempre molto intrise del tuo “humus emozionale”
    sono interessanti e “dinamiche”

    se poi qualche battuta possa toccare un “intimo” che casualmente si trova coinvolto in un gioco di battute appunto ironiche, non penso che si debba sguainare subito, spade e lanciare “olio bollente”…

    anche perché fortunatamente, al di là delle personalità variegate e più o meno forti presenti qua dentro, il tema dell’argomento resta ed è restato il baricentro dell’attività…

    io non censuro nessuno, non è nella mia etica, ne tanto più nell’ordine di cose in questa “Domus”..

    Carmen ha la sua libertà e diritto di rispondere come e quando vuole, e nella maniera che riterrà opportuno…e nessuno si deve sentire in obbligo con me…e sono convinto che lo farà, ed anzi lo spero anche conoscendo la sua “onestà intellettuale”…

    come la tua ..Cristina, per poterVi chiarire, senza dare ad una discussione immagine di “prevenzione”, e potrai rispondere a tua volta nella maniera che riterrai opportuno..

    non è il mio ruolo essere “giudice” …qui..
    opinionista si…
    non ne potrei fare a meno..
    posso anche io, a pari di voi esprimere la mia opinione, come per questo caso…che mi sembra di averla espressa…
    ne tanto meno mi sono arrogato il ruolo di “moderatore”…
    caso mai mi sono auto-determinato….il ruolo del “provocatore”

    la discussione ha bisogno di tutte le opinioni, anche quelle non condivisibili, e quelle “profane”..o quelle “blasfeme”
    come la discussione ha bisogno della giusta ironia…
    del giusto sorriso, insomma, per affrontare i problemi messi “in padella”…non sempre con la seriosità del dolore..

    è questa la vera libertà della “conoscenza vera”…

    Lorenzo

  66. PostIda ha detto:

    Mi verrebbe da rispondere, esordendo con la battuta di un film che adoro tantissimo “ Vengo con questa mia addirvi” del celebre Totò, ma visto che mi tocca replicare proprio su quanto mi si accusa, riguardo la mia ironia, me la risparmio ( mica tanto, visto che l’ho ugualmente citata)
    Allora, veniamo ai fatti: stante che, e lo ribadisco per l’ennesima volta, non mi permetto mai di esprimere giudizi, benché per mestiere io sia “ costretta” ad emetterne ( spero non sia una colpa essere un’insegnante), men che meno in una discussione virtuale, in cui ciascun interlocutore, grazie anche alla garanzia dell’anonimato, esprime pareri, opinioni e quant’altro, a prescindere dal titolo di studio e prova ne è il variegato universo di interventi che si sono via via succeduti, nonn credo d’aver espresso mai un giudizio, nè tantomeno d’aver offeso qualcuno. Da parte mia, che mi espongo in prima persona col mio nome e cognome, non v’è stata mai alcuna arroganza di esibire titoli e/o formazione intellettuale, dal momento che non è questa la sede in cui devo dimostralo. Dovete convenire con me, stante gli argomenti che Lorenzo ha proposto, che io partivo avvantaggiata, dal momento che insegno storia e filosofia in un liceo scientifico. Va da sé che la difficoltà, tra l’altro esternata in prima istanza a Lorenzo, sin dall’inizio è stata quella di dover spiegare le mie opinioni, in maniera semplice e chiara, sia perché tutti si potessero sentire in qualche modo coinvolti ( quindi anche coloro che hanno una laurea in ing.idraulica o la quinta elementare), sia perché i miei atteggiamenti non apparissero una mera ostentazione di aride ed asettiche nozioni. In questo, devo confessare, il mio ruolo non è stato affatto semplice e prova ne è che le mie perplessità sono stata sviscerate, in sede di colloqui telefonici, con le numerose amiche di splinder che mi conoscono, alcune delle quali anche personalmente. Chi mi conosce, dal vivo intendo, è a conoscenza anche del mio spirito goliardico, spesso incline alla battuta sagace, per la quale, ed anche tu Cristina ( te lo ricordo, qualora e se te ne fossi dimenticata), tutti si sorprendono, non aspettandosi da una Prof.di filosofia una tale verve umoristica. Chissà perché, nello standard sin troppo stereotipato del pregiudizio sociale, l’insegnante di filosofia ( come ebbi a dire in uno dei miei racconti “ impossibili”) è identificata come una sorta di essere asessuato, generalmente di sinistra, racchia, con le gambe storte, con un orribile chignon di un ibrido colore grigiastro, con un neo marrone scuro sulla mandibola destra, con annesso pelazzo scuro, irto e pungente. Così che risulta davvero incomprensibile un atteggiamento così fuori dalle righe. Orbene, dal momento che detesto l’apparire, come spero d’aver dimostrato in tutti i contributi dati alle singole discussioni, non ho nessuna remora ad assumere atteggiamenti, anche poco canonici, tipici della compostezza formale di una Prof. E da qui nascono i personaggi, che è l’argomento del contendere. Stante che, cara Cristina, ebbi modo di spiegarti in un pvt, da cosa nascevano quei modi di parlare ( all’epoca ti dichiarasti entusiasta…), l’intervento di quelle donnine nasceva esclusivamente dalla necessità di alleggerire i toni della discussione, tanto che, sia Lorenzo che Dalila hanno coinvolto anche i loro “ irresistibili” Gaspare e sora Cesira, scatenando l’ilarità generale ( e di questo devi prenderne atto). Ora, però, mi riesce difficile da comprendere il tuo astio, nonché i toni piuttosto forti con cui ti rivolgi alla sottoscritta, alla quale non permetto a niente e nessuno di rivolgermi in codesta maniera, soprattutto nell’infinita serenità d’animo in cui mi sento in questo momento, non ravvedendo in alcun passaggio qualsiasi riferimento personale e/o pregiudizievole della tua dignità. Io, consentimi di dirtelo, ho un rispetto oserei dire sconcertante dell’essere umano, convinta come sono che vadano condivise anche le divergenze d’opinioni, cultura, religione e quant’altro, benché, com’è ovvio, io interagisca in maniera più efficace, con coloro verso i quali vi è maggiore empatia e/o sinergia d’intenti e di pensiero. E non è tutto, perché, come spero sia anche letto fra le righe dei miei interventi, questo argomento affrontato da Lorenzo mi è risultato piuttosto doloroso, a causa di alcune mie vicissitudini personali che non sto qui a raccontare, non già per timore o vergogna, ma perché non è questo il momento per rendicontarlo ( nel mio blog, ci sono racconti in cui emerge così tanto dolore…ma che te lo dico a fare). Per indole e carattere, non già per cultura, per la quale ho sempre detestato che mi si conferissero titoli, se non in tono umoristico, sono una Donna umile, che sa anche chiedere scusa, quando ha sbagliato, ed anche in maniera pubblica, ma in questa occasione non mi sento assolutamente coinvolta in un nessun episodio offensivo, né irrispettoso, sia nei tuoi confronti, sia nei confronti di ciascuna persona intervenuta nella Domus. Il tuo rancore, sin troppo palese sin dal tuo primo je t’accuse, di qualche giorno fa, mi disturba e non poco, perché immotivato, irriverente ed illogico, oltre che incoerente con quanto ti affanni a dire da giorni nei tuoi contributi alla discussione. Tanto di cappello alla tua convinzione, dalla quale prendo le distanze, ma che sia supportata anche da atteggiamenti consapevoli e critici, dal momento che pare ti disturbi il giudizio ( che peraltro io MAI ho espresso, nei confronti di alcuno) della gente. Che questo andazzo, del predicar bene e razzolare male, sia una consuetudine sin troppo consolidata ai nostri giorni, è un dato di fatto, ma che me lo venga a dire una persona come te, che continuamente interviene, con grande fervore dialettico a perorare la sua causa, lo trovo semplicemente infantile. Ora non venirmi a dire che ti sei offesa, perché ho espresso un’opinione, che potrai tranquillamente contestarmi, come e quanto vuoi, perché tu hai fatto di peggio, mettendo in discussione la mia preparazione, per la quale non devo render conto né a te né ad altri, almeno in questa sede, tacciandola di vuota e sterile vanità. E’ facile gettar fango sulle persone, quando si è garantiti da uno schermo, dietro il quale tu ( ma tutti noi in genere) non possiamo sapere chi c’è, quale sofferenza si porta addosso, quali dinamiche si innescano in determinate situazioni, e quali e quanti problemi devono affrontare nella quotidianità. Detto questo, non attendo nemmeno che tu mi risponda, dal momento che hai detto che non ci torni qui dentro, ma se qualcuno dovesse riferirti che qui dentro c’è Carmen( solo ed esclusivamente Carmen…) che ti sta replicando, sappi leggere, con l’onestà che non dubito tu abbia nel profondo di te stessa, senza andare in escandescenze immotivate ed illogiche, oltre che moraliste.
    Visto che ti arroghi la competenza di saper scandagliare l’animo umano, a differenza di me che so solo citare a memoria dei passi di autore e di elencare quanti libri ho letto, sappi operare dentro di te un vaglio consapevole e critico e fai ammenda, giammai verso di me, che sono nulla e nessuno, ma nei confronti di te stessa e della tua dignità che, nel tuo ultimo intervento hai palesemente e goffamente messo sotto i piedi!!!
    Non ho altro da dirti, se non salutarti con cortesia, poiché al momento non mi sento di garantirti né cordialità, né stima, né simpatia.
    Carmen Cafaro ( non ti provare a contestarmi il nick postida, per il quale ho ampiamente spiegato nel mio blog a chi fa riferimento)

  67. DomusLaurentii ha detto:

    so i…so gaspare…oji ha fattu caldu,e ho dvuto naffià li cetrioli, e li zucchini…

    Lo dicea all’inggeniere che le femmone sono delle diavole…
    Guarda tu che te combineno…
    Parlano de libertà e po’ se te azzardasse de di che hanno torto, te se magnano…
    So focose comme piace a mi…
    Me sa tanto che killu che ha fattu scatenà nu casinu..è la qestione de lu pennellu…
    Ma ke cazzu vor dì..
    Lu pennellu dellu maritu…lo ha presu la carmen,? o la cafcar (ke me sebra ke lu pennellu le piace assje)?..me sa tantu che stu pennellu è nu bonu pennellu se tante sencazzanu per issu…
    Ma basta annè allu negoziu de sorePeppe le de pennelli…ne trovenu a bizzeffe…
    Grossi pennelli…e pennelli grossi…

    Na vorta la soraBice dicea alla moje dellu sindacu, che tulle li omini la chiameanu la putecara de lu comune, “lo sa tu che gaspare ha nu bellu pennellu…e che lo sa usà..
    Anche sta vorta, non capea…
    M i.. lu pennellu nun lo aea…so imbranatu a usà lu pennellu…

    Tante vorte, quannu l’inggeniere me ordina de ripulì la stanza i uso la pennellessa…
    perché illu pure dice che con lu pennellu è negatu..

    Ma che devo di, che ste femmone parlanu ma non se capisce niende…
    Qullu ke ho capitu, però, che pure sto Veronese è nu bellu pennellu…

    Sti giorni arretre ho visto l’ingenniere che sembrea dormì davanti a quillu quadru…e che scrivea..scrivea…
    Na femmina gnuda tra du omini..

    Me sa tanto che l’ingenire era arraptu della schina della femmona..me sa che conosce chi era…e allora lo dittu chi avea..e ha comensatu a parlàe senza capi un kazzu..poi me ha kiestu..”secondo ti gaspare che ce vedi su sto quadru…”

    Inggeniè…ce vedo solo una gra zoccola, che se fa na pelle co uno pensanno a la pelle con l’atru…
    e con li sordi in mano…e davanti a du pori citoli….

    Ke casinu qua dentru…

    Menu male, che mo è andatu a subiacu…l’ingeniere…e me so misu a legge tutte ste cazzate…
    Cercu la putecara…ma retrovu quella gra tedscona dela cafcar…lu fattu cke i capiscu solo esse..
    Ma stavolta pure pocu..

    Me sa tantu che a propositu de federtà non hanno niente da di…

    bona serata
    Gaspare..

  68. StregaLunare ha detto:

    Torno da un w e esplosivo e quindi caro Lorenzo mi metto subito a fare il test…ahahahhaha voglioo proprio vedere che ne esce….

    1-A
    2-0 Nessuna della tre
    3-C
    4-A
    5-A
    6-C
    7- A
    8-B
    9-
    Sono stata una politicante…quindi??
    10-C
    11- B
    12-B

  69. StregaLunare ha detto:

    Mo buondì
    Qui a Bulagna non si sta mica a guarder il Pelo nell’ oven…
    Mo prendete in esempio la sdaura Cesira (me)
    Al mi marè al fag al camionista…sempre sù e zò per l’itali…e di done eheheh lo lè al sa al fat suo…e me? Va mò là!!
    Ho sempre al rubinat del secchiaio ( lavello) che perde, E Beppe lè un quel d’un zuvanott
    … ma la chiam in cà mi e lu al sa ben come aggiuster in cosa….
    E nel fine settimena io e Duilio…( al mì marè) tra turtlein e polpettoni di maial… siamo felicemente sposati dal ung ann ( 11 anni)…
    Che dio benedica l’infedeltà che mi arricchisce.

    La Cesira, la sdaura di Bulagna

  70. davedomus ha detto:

    Arrivo tardissimo ed è impossibile legger tutto.. ma una domanda, voi siete sempre fedeli a voi stessi? Per me è difficilissimo se non impossibile… io posso amare ed essere infedele? Ma come sono me stesso in questa situazione? Non è facile definirlo se non saperlo e quindi mi trovo in difficoltà a rispondere… però prendo in prestito una frase di Lorenzo che ho letto al volo:

    L’amore è una bella cosa, ma se ancora se ne parla, e non se ne trova la formula precisa…un motivo ci sarà…o no?

    E poi l’amore cos’è?

  71. DomusLaurentii ha detto:

    TEST (le mie risposte)
    1A, 2B, 3A, 4B, 5A, 6C, 7A, 8C, 9B, 10C, 11A, 12B

  72. DomusLaurentii ha detto:

    Risultati del test…sulla base delle risposte pervenute

    Il test mirava a individuare la corrispondenza di ognuno di noi con tre profili determinati in grandi linee, da alcune diefnizioni.
    Come vi avevo premesso, il test cercaca di valutare il rapporto con la libertà in amore, in partoclrae di quale libertà avente bisogno o siete disponibili a concedere.
    Le tre definizioni sono racchiuse in queste tre sintesi:
    la libertà di pensare (non dire tutto di sé e poter serbare qualche segreto)
    la libertà di movimento (non stare sempre insieme e non fare tutto in coppia)
    la libertà delle emozioni (non amare sempre e sopportare le oscillazioni del sentimento amoroso senza colpevolizzarsi)

    fino ad ora le risposte, escluso me, ahimè…
    sono abbastanza omogenee per i partecipanti.
    E si rivela per le Signore che hanno risposto, una costante mancanza di bisogno di libertà nel rapporto amoroso

    Sia per CARMEN, sia CAFCAR, sia per DALILA, si rivela un coinvolgimento possessivo, interiore, verso il rapporto amoroso, ovvero non chiedono libertà ne sono disponibili a concederla, un rapporto trasparente, complice, integrato insomma…fedeltà di anima e di corpo insomma
    Alcune lievi tendenze per DALILA per un certo bisogno di libertà di pensiero, ma appena accennato, come nella Cafcar, che cerca una lievissima, libertà di movimento.
    Sussulti appena, che non rivelano però una tendenza, ne un soffocamento.

    Anche per TERRIBILESTELLA il quadro è sostanzialmente questo, ma qui ci sono dei pronunciamenti sul bisogno di libertà parzialmente più forte, in particolare sul bisogno di libertà di movimento, avere bisogno di andare e venire senza renderne conto a partner o senza averlo accanto, per provare amore hai bisogno di pensare al tuo partner da lontano in sua assenza. Per te il rispetto dell’altro, e il rispetto che chiedi passa attraverso questa possibilità di allontanamento, senza menzogna.

    Per LORENZO, invece il profilo di cui sente il bisogno abbastanza marcatamente è quello che corrisponde alla libertà di pensiero.
    La corrispondenza non ha un valore assoluto fortissima, ma è presente in buona parte.
    Il suo spirito deve rimenare libero anche se ha offerto il suo cuore a qualcuno.
    Questo tipo di libertà abbastanza indispensabile gli permette di mantenere segreta una parte dei suoi pensieri, delle sue fantasie, del suo passato.
    Insomma non riesce a rinunciare alla sua libertà interiore, la più grande, la sola ad essere infinita: Gli è impossibile dire tutto a qualcuno: è una questione di libertà e quindi di identità.
    Chiaramente ciò comporta dei rischi,: confondere la libertà di pensiero con l’indifferenza.

    Che ne dite?
    Vi ci ritrovate?
    Ricordate che alla fine anche il test più serio, va preso con un pizzico di ironia…

  73. DomusLaurentii ha detto:

    @Davedomus

    ti ringrazio davedomus della tua visita…
    in effetti le domande che poni, sono le domande che hanno determinato questa lunga e faticosa discussione..
    si sono evidenziate diverse linee di pensiero, che ha portato ad un confronto serrato…
    da una parte un certo rigoroso intendimento della sacralità dell’amore e dall’altra una certa attestazione che si può amare e tradire..perchè, prima di tutto spesso, essere infedeli per norma, vuole dire essere infedeli con se stessi…
    certo che leggere ormai il tutto è abbastanza faticoso, ma ti consiglio di leggere alcuni parti, di diversa posizione, che ritengo veramente utili alla riflessione…

    l’amore cosa è?
    per me, come ho detto…l’amore resta un mistero…un magico e incantevole mistero..
    che va vissuto con un certo senso di fantastico..e un pizzico di follia..

    per Andrea De Carlo…è un arco…

    ciao
    Lorenzo

  74. TerribileStella ha detto:

    Tutto sommato mi ci ritrovo molto nel risultato del test, e mi fa sorridere come tante volte, certe piccole battute o brevi affermazioni, possano dire tanto di noi a chi abbiamo davanti (se è un buon osservatore e ascoltatore!)

    @Lorenzo: è curioso come immaginassi che il tuo risultato fosse così ^_^

  75. incredigif ha detto:

    Si puo’ amare ed essere infedeli?
    La mia risposta è semplicemente no .
    Parlo per me naturalmente.
    Quando sono innamorata,quando amo, non riesco a prendere in considerazione nessun altro.
    Non potrei mai tradire la persona che amo.
    Altra cosa è quando non si ama,o non si ama piu’.
    Quando “amore” diventa “affetto” ,quando i sogni svaniscono nella routine quotidiana essere fedeli è difficile.Allora la fedeltà diventa una questione personale.
    E’ una decisione, quella di essere infedeli, che ognuno di noi deve prendere con sè stesso, e con i proprii principi.
    Per quanto mi riguarda ,per quanto abbia tentato ,non sono riuscita ad essere infedele neanche a me stessa.
    Un caro saluto.
    A.L.

  76. StregaLunare ha detto:

    Grazie per le risposte al test…che come ogni test l’ho fatto d’impulso senza starci a riflettere troppo….e ti diro’ mi ci ritrovo anche in buona parte…mi piace l’inserimento dei test dopo un intensa discussione Ottima cosa, Lorè! 🙂

  77. claudine2007 ha detto:

    Bonsoir!
    Appena tornata dalla Toscana… mi lascio travolgere dal fiume di parole eloquenti, dissuadenti, veraci, accusatrici, dissonanti, eufoniche…
    Una buona oretta a leggere e cercare di carpire ciò che appare velato, a volte, da rigiri di lemmi… ma ci rinuncio stanotte… Laurent chéri…puis-je me prendre un peut plus de temps pour « méditer » ?
    C’è così tanta confusione nel tuo salotto, si sono susseguite le visite, hanno portato così tanti contributi… dimentichi d’una realtà oggettiva…. forse la più importante di tutte: OGGI SIAMO… VIVI… domani?
    Mi azzardo con un’esigua contemplazione.
    Troppo si trascura il dualismo cartesiano dell’esistenza metafisica di due “sostanze” (non mi piace questa definizione) principali:
    la “res cogitans e la res extensa”
    Perché non cercare di gettarvi un ipotetico “ponte”… ANIMA e CORPO…
    Basilare, penserete… ma da quando è emerso dai commenti… appare recondito o poco incisivo.
    Sempre e unicamente si rapporta il tutt’uno alla res extensa, dimentichi che la nostra vera natura è “al di sopra”….

    🙂
    PS. Tranquilli… continuerò a tediarvi con la mia presunzione, cercherò di ostentare ciò in cui credo… anche se a volte al vostro cospetto mi sento piccina piccina… poiché cosciente della mia vera natura… umana ed effimera! Pertanto chiedo venia…
    Serenità a tutti :-)claudine

    PSS. Ho accolto con una smorfietta il test… ora attendo il responso… cruciale e veemente 😉

    1a
    2a ma è relativo… dacché gli va anche bene se sono io quella che corre appresso ai pupi… al posto di stare con il laptop a scrivere anche in spiaggia 😉 solitamente ben riparata dal sole che cerco di sfuggire…

    3a
    4b
    5b
    6c
    7a
    8b
    9c troppo sincera! Ma quel po’ di politica che faccio… è utopicamente rivolta a Mete molto lungimiranti e sociali… trasgrediscono quindi la linea del partito

    10c
    11a
    12b

    …o*O*o…

  78. CristinaKhay ha detto:

    @Carmen

    Non ricevo risposta a questa mail che ho inoltrato ieri… così la metto qui tra i commenti sebbene io abbia espresso il mio riserbo in merito… Ma credo che a questo punto un chiarimento da parte mia sia dovuto… Riporto integralmente:

    Ciao Carmen,
    con mente ed animo tranquillo provo a spiegarti cosa è successo, se credi che la cosa possa ancora interessarti. Sono rimasta tutta la giornata di ieri a pensare e anche buona parte della mattinata a cercare di capire per quale motivo c’è questo problema tra me e te. Solitamente non vado in giro per i blog, ma nemmeno nella quotidianeità, ad alzare scudi e impugnare sciabole contro chicchessia… è la prima volta che mi capita una cosa del genere ( chiedi in giro 🙂 )

    Dall’inizio delle discussioni nella Domus alle quali sono stata presente ho apprezzato pubblicamente il tuo modo di raccontare, di scherzare, di far conoscere cose che i più non conoscono, me compresa , anzi ti ho contattato anche in privato per farti i miei complimenti, a dimostrazione della mia sincerità. Ognuno di noi ha i suoi talenti che vanno riconosciuti, le sue predisposizioni caratteriali, il suo accumulo culturale, il suo vissuto.
    Ma è proprio a causa di questo vissuto che ti giro le tue stesse parole:

    “E’ facile gettar fango sulle persone, quando si è garantiti da uno schermo, dietro il quale tu ( ma tutti noi in genere) non possiamo sapere chi c’è, quale sofferenza si porta addosso, quali dinamiche si innescano in determinate situazioni, e quali e quanti problemi devono affrontare nella quotidianità.”

    Non ti è venuto in mente per caso che le mie opinioni, non essendo io un’oca giuliva, possano essere state il risultato di un percorso tormentato, in una sopravvivenza che mi ha trasformato nel corso degli anni aprendo la mia mente ad una comprensione più vasta, per sopravvivere, appunto? Oppure chi la pensa in maniera meno rigida non possiede la sensibilità necessaria perchè tu possa annoverarla tra le persone “vere”, “affidabili” o comunque….”degne”? Pensi davvero che chi ha versato lacrime sta necessariamente da una parte del fiume e chi ride invece sta dall’altro?

    Il nero non è mai solo nero e il bianco non è mai solo bianco…
    Si vive di toni di grigio…
    Si vive di punti di vista…
    Spesso si vive di gioia ma anche di dolore…
    Ma guai che il proprio dolore diventi il metro con il quale misurare la realtà…
    E specialmente la realtà degli altri…
    E’ tutto sempre molto soggettivo…

    Io e te non ci conosciamo, se non per questi scritti che rendono vagamente l’idea delle persone che siamo. Quindi ti chiedo di considerare come posso essermi sentita quando trovavo il mio nome associato a parole come “leggerezza”, “fedifraga” ed altre cose… prima ci ho riso… ma poi il tuo insistere con questa etichetta mi ha dato fastidio…
    Pensa solo se avessi iniziato a chiamarti “bigotta”, tanto per scherzare…una, due, tre volte…
    Tu ti senti bigotta? Sei bigotta? Credo proprio di no…
    Ci avresti riso la prima volta ma poi avresti replicato…
    Così io non ho associato un aggettivo dispregiativo ad un nome dei presenti solo perchè aveva opinioni diverse dalle mie…
    Come vedi ti parlo in sincerità, come se si fosse sedute a parlare…

    Ha sicuramente ragione Lorenzo quando dice che ho esagerato…
    Nei tuoi confronti ma sicuramente nei miei…
    Ho creduto all’opinione che avevi di me non ragionando sul fatto che non potevi sapere molte cose…
    E’ stato qui il mio enorme sbaglio… da qui la mia reazione…
    Io ho stima di me…
    E ho stima anche di te, altrimenti non sarei qui a scriverti…
    Ci tenevo a parlarti così apertamente… e ho ritenuto giusto farlo in privato perchè l’argomento non è più quello del salotto ma diventa una questione privata tra me e te…
    Ma se lo credi opportuno non ho nessun problema a pubblicarlo tra i commenti… non mi sono mai vergognata di me stessa…
    Non cerco l’ultima parola, non ci sono guerre da vincere e non ci sono vinti da assoggettare…tutt’altro…
    Ci sono solo umani che debbono spiegarsi…e capirsi… per sognare insieme…
    E’ solo da qui che parte il mondo…
    E’ solo questa la strada.

    Non so se sei arrivata alla fine di questa mia mail o se hai desistito prima…
    Beh…non ti biasimo sai…
    Le reazioni sono una cosa difficile da gestire…lo so bene…ahahaha….

    Ti abbraccio comunque
    Ciao
    Cri

  79. DomusLaurentii ha detto:

    TEST…risultato delle risposte di Claudine

    x Claudine

    Il profilo di cui senti il bisogno in modo significativo anche se non completamente è quello che corrisponde alla libertà di pensiero.
    Il tuo spirito deve rimenare libero anche se hai offerto il suo cuore a qualcuno.
    Questo tipo di libertà, che non ti prende integralmente, ma anche se solo parzialmente, è marcato il suo essere in te, ciò ti permette di mantenere segreta una parte dei tuoi pensieri, delle tue fantasie, del tuo passato, dei tuoi progetti.
    Insomma, non puoi negarti una certa libertà interiore, la più grande, la sola ad essere infinita.
    Ti è difficile dire tutto a qualcuno: è una questione di libertà e quindi di identità.
    Chiaramente ciò comporta dei rischi: confondere la libertà di pensiero con l’indifferenza.
    Però questo pudore e riservatezza, ti rende l’amore particolare, preservano una parte di mistero e ti rende più desiderabile.

  80. DomusLaurentii ha detto:

    Anche se non è nella mia logica di presenza in questo blog, entrare nel merito di discussioni personali, nate in parallelo alla discussione principale, devo anche questa volta chiedere una deroga, in quanto conseguenza di quanto detto alcuni interventi fa…

    Ringrazio Carmen e Cristina per avere usato liberamente senza vincoli di ospitalità “l’agorà” di Domus, per discutere in trasparenza di una vostra “frizione”, come ringrazio, te, Cristina, che avevo criticato precedentemente, che ha posto liberamente il suo pensiero di contro-analisi a quanto detto in precedenza.
    Non entro nel merito, come promesso, ma devo dire che il tuo “svelarti”, ti rende merito.
    La limpidezza delle proprie opinioni quali esse siano, non ghettizzate in canali “equivoci”, deve essere una forza delle opinioni proprie.
    E poi il saper rivedere “le carte”, e il saper rivedere “se stessi”, è indice di grande predisposizione, malgrado tutto, alla “conoscenza”..
    È per questo che io combatto, anche con una sorta di ingenuità “intellettuale”.
    Il coraggio di mettersi a confronto, e in discussione…anche se ogni tanto ciò comporta anche ad una autocritica…
    Questa è la magia della vera discussione costruttiva…

  81. m0rgause ha detto:

    sono infedele per amor di conoscenza; ma questo non vuol dire ch e non amo, solo non concepisco che , con tanti mondi a disposizione – e ogni uomo o donna è un mondo- ci si possa fermare ad uno solo. Dicono che ho una concezione di vita pagana. Può darsi, ma non mento mai e odio letteralmente chi tiene il piede in quaranta scarpe con la scusa dell’amore.
    Oppure chi si professa virtuoso per…mancanza di materia prima cioè di occasioni.
    Forse son stata confusa
    pazienza, scusatemi. ciao Lore , bizes
    enri*§*

  82. DomusLaurentii ha detto:

    (articolo tratto dal sito del Corriere della Sera=

    TRADIMENTO, il primato alle cinquantenni, (lo rivela un sondaggio dell’Ipsa) fedeli il 42% delle intervistate over 50. A
    Al secondo posto le 60enni: il 38% che ha confessato di tradire, senza vergogna

    ROMA – La passione? Non hanno dubbi: la vivono come avessero vent’anni, con la stessa intensità. Non certo con la stessa fedeltà. Parola di cinquantenni. Garanzia di sondaggi. Quello fatto dall’Ipsa (Istituto studi psicologici transdisciplinari) lascia alquanto perplessi: spetta alle cinquantenni il primato dei tradimenti, in assoluto. Lo fa più di una su due. Lo fa il 58% delle intervistate dall’Ipsa, oltre duemila donne di ogni età ed estrazione. La stessa percentuale di donne che ad una richiesta dell’osservatorio della Lancaster (questa volta mirata sulle cinquantenni, campione di 700 donne) non ha esitato a dire: viviamo la passione ed il sesso come avessimo vent’anni. Già, peccato che tra le ventenni soltanto l’11% ha confessato un tradimento al proprio partner. Sono le più fedeli, le ventenni. A dispetto delle loro (quasi) nonne. Proprio così: al secondo posto nella classifica dei tradimenti ci sono infatti le sessantenni. Ed è ben il 38% che ha confessato di tradire, senza vergogna. Un mondo alla rovescia. E dire che le quarantenni, solitamente inquiete e sessualmente al top, in questa speciale classifica dell’Istituto di psicologia sono al terzo posto con il 30% di tradimenti confessati, mentre le trentenni non arrivano ad ammettere nemmeno il 20% dei tradimenti (il 18% per la precisione).

    «La colpa è tutta nostra, di noi maschietti che non siamo all’altezza», ha commentato sconsolato Fabio Visca, lui che con Fiamma Satta da oltre un decennio forma la affiatata coppia di Radiodue Rai. Oggi è stato lui il moderatore di un dibattito allestito per presentare questa ricerca, insieme a Monica Guerritore e a Tullio Solenghi. Del resto anche le parole di Fabio si basavano su numeri e non su semplici umori depressi: «Oltre l’80% delle cinquantenni si lamenta apertamente dell’inadeguatezza del proprio partner», leggeva il conduttore, dati alla mano. Facendo i conti: se otto su dieci sono scontente, alla fine sono quasi sei che si vanno semplicemente a far consolare da qualche altra parte.

    Alessandra Arachi
    29 maggio 2008

  83. simonascudeller ha detto:

    vi propongo questi link che ho trovato piuttosto interessanti
    http://www.railibro.rai.it/stampa.asp?tb=3&id=71    ( un libro da tenere sul comodino! )
    http://www.warfare.it/vocabolario/tradimento.html
    E’ successo di tutto eh?
    Una persona non si può allontare due giorni e si starvolge il mondo
    INFEDELIIIIIIIIIIIIIIIII ahahhahaha
    Scusate ma è difficle star dietro a certe discussioni specialmente quando l’impegno e la velocità d’intervento è fulminea!!!!
    Probabilmente mi sbaglerò ma la Fedeltà è quel sacrificio "buono" al quale l’umano si asserve volontariamente.
    Cercherò di spiegare quaesta mia paradossale posizione..
    Ho un carattere indomito e tendenzialmente libero, riconosco i miei doveri all’interno del cosmo in cui agisco e nel rispetto degli altri mi muovo, spinta sempre dall’onestà da cui non posso prescindere.. solo per il fatto che mi si legge in faccia quel che penso quindi a che mi servirebbe mentire?
    Questo tipo di atteggiamento porta inevitabilmente a scelte obbligate nella direzione della chiarezza.
    Per questo motivo credo che la fedeltà sia una scelta razionale, un sacrificio buono appunto, consapevole riconoscimento di uno status.
    Quando il sacrificio diventa punizione cominciano le dolenti note!!!!!!!! S’innesca il meccanismo di conservazione sotto il peso della costrizione.
    Vi riporto uno stralcio del secondo link:
    " [..] è molto facile, infatti, arrivare ad un punto in cui un accordo si logora in modo tale da consentire ad uno dei contraenti di dichiararne la rottura.

    Questo processo traumatico non è mai privo di avvisaglie: gli scricchiolii che lo annunciano spesso cominciano con largo anticipo, e il tradimento non è altro che l’inevitabile conclusione di un processo. "

    Fermo restando che queste parole si rifersicono ad un legame di tipo Lavorativo penso non sia difficile poterle applicare all’unione della coppia. E’ esperienza comune la lite e la necessità di staccarsi dalla persona per non ucciderla!!! Non voglio dire che la  lite porti al tradimento ma tanti tasselli che logorano il rapporto tendono a disgregarlo.
    L’esempio del mio amico di cui vi ho parlato nell’intervento precedente è un caso a sè ahhahahaha Lui è nato infedele ahahahhha
    L’uomo è fedele a ciò in cui crede, vive e sente proprio… quando vengono a mancare le basi su cui questa "fede" ( prescindendo da significato religioso ) si fonda, la tendenza è quella di cambaire rotta o ad indorare la pillola.
    L’animo umano è talmente dinamico e volubile da rendere quasi impossibile mantenere la retta via!!!!!
    C’è qualcosa che mi preoccupa in questo fluire di indeologie libere…
    Ho la spiacevole sensazione che vi sia una tendenza sempre più dilagante a rendere normale/ovvia l’infedeltà perchè " tanto lo fanno tutti " sottovalutando la questione della comunicazione interpersonale…
    Simona Scudeller

  84. LorenzoDevanne ha detto:

    ecco, subito appena letto un articolo trattop dal sito del Corriere della Sera, relativanete ad un Convegno che si sta svolgendo a Milanosu giochi di coppia e fedeltà violate. Come agiscono gli ormoni

    Il tradimento? E’ scritto nei nostri geni
    Tutto nasce dall’istinto alla riproduzione. Gii uomini puntano sulla quantità, le donne selezionano i partner migliori

    MILANO – Il tradimento è un «must biologico», sia per lui che per lei. Sperimentare nuovi partner non sarebbe dunque un vezzo da dongiovanni o da sciupauomini senza scrupoli, bensì una sorta di destino ineluttabile. Con una differenza sostanziale fra uomo e donna: «Mentre il maschio è un poligamico seriale, cioè punta alla quantitá, la femmina mira alla qualitá ed è opportunisticamente poligamica». A sintetizzare il concetto è Alberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta dell’Aispa (Associazione italiana di sessuologia e psicologia applicata), tra i relatori di un convegno all’ospedale San Carlo di Milano. «Giochi di coppia: libertá e tradimento tra norma e trasgressione» è il tema del summit organizzato da Aispa e San Carlo, rivolto a esperti e camici bianchi che, a vario titolo, si ritrovano ad ascoltare e gestire i tormenti più intimi degli italiani.

    DARWIN E FECONDAZIONE – Per spiegare la «spinta genetica» alla scappatella extraconiugale, gli specialisti chiamano in causa Darwin. «Dal punto di vista neuroevoluzionistico – spiega Caputo all’Adnkronos Salute – la specie umana prevede legami a breve termine di tipo poligamico. La nostra specie è infatti caratterizzata da una bassa natalitá e da una bassa prolificitá, e dal fatto di avere una prole che necessita di cure parentali lunghissime», precisa lo psichiatra. Per superare questi limiti, quindi, «il maschio deve assicurarsi le massime possibilitá riproduttive, diventando appunto un poligamico seriale, mentre la femmina ha il compito di assicurare la qualitá della progenie e pertanto si ritrova a essere opportunisticamente poligamica». In soldoni, però, il risultato finale non cambia: siamo condannati a tradire per ‘rimescolare le cartè dell’evoluzione e garantire un futuro alla nostra specie. Un gioco delle parti in cui il maschio punta ad avere il numero maggiore possibile di partner, mentre la donna ne sceglie più d’uno con oculatezza. «Deve essere economicamente stabile», dice Caputo, ma anche fisicamente prestante «per la teoria del “papá sexy'” se la donna ha un figlio bello (da un uomo bello, marito o amante che sia), anche i suoi nipoti saranno belli, e così via». La sua progenie sará vincente.

    OBBLIGHI SOCIALI – Nella vita di tutti i giorni, tuttavia, le cose non sono così semplici. A complicarle «è sempre il principio che la specie umana ha una bassa prolificitá – ribadisce Caputo – e mette al mondo figli bisognosi di cure parentali sempre più lunghe». In altre parole, sulla legge dell’amore libero finiscono per pesare mille deroghe, legate all’obbligo sociale di instaurare relazioni durature per creare una famiglia in grado di accudire la prole e mantenerla fino alla sudata indipendenza. Ecco dunque che «i rapporti a lungo termine sconvolgono la spinta genetica alle relazioni poligamiche». E l’istinto di tradire deve fare i conti con la vocazione genitoriale, lo spirito di dovere e i sensi di colpa. Resta però il fatto che a madre natura non si comanda. A riaffermare le equazioni «maschio fedifrago seriale» e «femmina traditrice selettiva» ci pensano le altalene ormonali. «La spinta poligamica viene controllata dagli ormoni peptidergici – afferma lo psichiatra Aispa – E in particolare dalla vasopressina nell’uomo e dall’ossitocina nella donna. Questi ormoni modulano il delicato sistema della gratificazione di coppia», e in un certo senso lo dominano, lasciando maschi e femmine nell’impotenza totale.

    SINDROME DA ASTINENZA – «È dei giorni scorsi – ricorda Caputo – lo studio che ha dimostrato come, nell’uomo, piccole alterazioni del gene della vasopressina determini il grado di fedeltá di coppia». Sull’ossitocina mancano ancora dati in tal senso, anche se «è stato osservato che, per esempio – racconta lo specialista – quando una persona viene accarezzata i livelli di ossitocina si impennano, mentre quando viene lasciata precipitano. In altri termini, l’amore è una droga e quando viene meno insorge una specie di sindrome d’astinenza».

    CACCIA ALL’UOMO – Fra gli ormoni che interferiscono con il benessere dalla vita di coppia e con gli ‘appetitì del momento ci sono poi anche gli estrogeni nella donna e il testosterone nell’uomo. «Sappiamo ad esempio che, in corrispondenza del picco estrogenico, ossia a metá ciclo, nel periodo di massima fertilitá – evidenzia Caputo – la femmina assume un comportamento di ricerca di nuovi compagni. Inconsapevolmente, addirittura, tende a indossare gonne più corte. E messa davanti a varie opzioni si sente più attratta da uomini con caratteristiche ipermascoline. Nelle altre fasi del ciclo, invece, al maschio supervirile preferisce l’uomo efebico». Strani scherzi li fa anche il testosterone. «Anche i livelli di questo ormone influenzano i gusti maschili in fatto di donne – assicura l’esperto Aispa – È stato osservato infatti che, quando il testosterone aumenta, gli uomini tendono a ricercare donne con tratti iperginoidi». Femmine «ad anfora» modello attrice anni ’50: vita stretta, fianchi larghi, seno prosperoso, movenze da pin up.

    (Adnkronos)

  85. anonimo ha detto:

    ….penso che la fedeltà dipenda dalla soddisfazione che si ha dalla propria vita…..troppo spesso ci si omologa…..e si indossano abiti non propri….che possono generare frustrazione…e da questo all’infedeltà il passo è breve…infedeltà verso il compagno, verso le cose, verso se stessi, verso i valori…..pertanto….occorre essere se stessi…sempre e sopra ogni cosa…..ma poi mi chiedo….e se questo non basta? se ci sono altre cause? si, ci sono….e si tradisce….e che bruttissima sensazione….e pensare che è solo pensiero!!!!
    ….solo pensiero che attanaglia l’anima…che si impossessa dei nostri…..che diventa l’amico immaginario….il punto fermo in un mare in  tempesta…..un vento nelle mani di una persona sbagliata…..che tutto fa nero e che così nutre il tradimento…..nel pensiero…..perchè non è breve il passo…..

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